Pubbliservizi Catania.Domani summit in Prefettura. Previsto un sit-in di protesta dei lavoratori durante l’incontro. Sulla chiusura di giorno 8 dei Musei, chiesti chiarimenti dalla Città Metropoliana.
di Salvatore Giuffrida
Dell’incerto futuro della Pubbliservizi si discuterà domani 16 novembre alle ore 15.00, in un incontro tra le parti sociali e la dirigenza in Prefettura. La società partecipata della Città metropolitana di Catania è oramai in piena crisi finanziaria e con i libri contabili depositati in Tribunale dal Presidente Silvio Ontario.
E già alle 14.30 e fino alle 19.00 davanti alla Prefettura i sindacati organizzeranno un sit-in di protesta, spiegano Giovanni Zucchero, Fisascat-Cisl, e Santo Fascetto, Confliaa Centro storico.
Zucchero, contattato da Catania Pubblica, ci ha riferito che “Si andrà verso l’attivazione del Fis, il Fondo di integrazione salariale, con un decurtamento del 50% delle ore di lavoro per tutti i dipendenti. Le buone notizie sul fronte Inps sono date dal fatto che, a detta della dirigenza, tutti i pagamenti all’ente previdenziale sono stati regolarizzati, e addirittura un nostro collega potrà andare in pensione”.
Perché si debba arrivare al Fis è spiegato dal fatto che la Città metropolitana sta versando alle casse della Pubbliservizi 700 mila euro al mese, di cui 560 sono stati riservati per il pagamento delle spettanze salariali. Queste, a detta di Zucchero, però sono attualmente 800 mila euro, e pertanto senza la riduzione delle ore di lavoro non possono essere finanziariamente coperte.
Domani si dovrebbe pertanto sapere se e quando partirà il Fis, e inoltre se vi è la volontà da parte della Città metropolitana, di rinnovare il contratto di servizi alla sua partecipata o se, in vista di un nuovo riassetto politico, che sta avvenendo in Sicilia dopo la tornata elettorale del 5 novembre, sarà attuata una soluzione provvisoria fino ad arrivare alla nomina da parte dell’Ars di un nuovo commissario straordinario al posto di Salvatore Cocina.
Un nodo che intanto si deve risolvere è quello di bloccare i decreti ingiuntivi attivi nei confronti della partecipata che, a detta di Ontario, risulta debitrice verso i fornitori di circa 6, milioni di euro. Tali decreti di fatto assorbono tutti i 700 mila euro versati ogni mese, lasciando le casse societarie prive di liquidità. L’aver portato i libri contabili in Tribunale è stato di certo un passo, fatto da Ontario, per risolvere il problema debitorio, ma prima che si attivi l’eventuale procedimento concorsuale del Tribunale atto a negoziare il debito e bloccare l’efficacia dei decreti ingiuntivi, passeranno dei mesi.
Intanto la dirigenza è sempre più con il fiato sul collo, come dimostra una lettera da parte della Città metropolitana (Prot. 56609 del 09/11/2017) a firma dell’ingegnere Salvatore Roberta, con la quale si sono chieste alla Pubbliservizi, le motivazioni per la mancata apertura dei musei de “Le Ciminiere” avvenuta giorno 8 ottobre che come si legge nella lettera “Ha causato un danno erariale e d’immagine […] Inaccettabile l’interruzione improvvisa ed unilaterale di delle prestazioni dovute per contratto. […] tenendo presente che l’apertura dei Musei rientra per legge nei servizi essenziali”.