Chiuso e senza alcuna manutenzione da circa 9 anni. Al suo interno vi sono 300 alloggi.
Giovani studenti e studentesse hanno occupato oggi l’ex Hotel Costa, storica residenza universitaria catanese situata al 551 di via Etnea e chiusa da quasi dieci anni.
Gli occupanti hanno fatto sapere, attraverso un comunicato, che “Per tutta la giornata di oggi è previsto un presidio permanente allo Studentato Occupato 95100, con lavori di pulizia e sistemazione nel pomeriggio.
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“Da domani pomeriggio – continua la nota degli studenti – una delle due mense verrà adibita ad aula studio, e verrà istituito due volte a settimana uno sportello di supporto per giovani studenti colpiti da problemi abitativi, per aprire al più presto tutte le stanze e gli appartamenti a studenti e studentesse che ne hanno bisogno”.
L’ex Hotel Costa, è stato dal 1976 al 2009 una residenza universitaria, conteneva circa 300 alloggi per studenti e studentesse dell’Università di Catania, ma dal 2009 in poi è sempre rimasto chiuso in attesa di essere ristrutturato, e di essere reso nuovamente fruibile agli studenti.
“La proprietà dell’immobile – si legge nel comunicato – nonostante l’ERSU abbia avanzato più proposte di acquisto e pacificazione del contenzioso in corso, preferisce tenere lo stabile chiuso da ormai 9 lungi anni, durante i quali non è stato svolto nessun lavoro per migliorare l’edificio e renderlo quindi in futuro utilizzabile nuovamente come alloggio per giovani e studenti”.
Giulia, una delle occupanti ha spiegato che “Abbiamo scelto di occupare l’Hotel Costa perché è un simbolo di come l’indisponibilità e la mancata volontà di grandi proprietari e di grandi enti possa incidere sulle vite di chi tutti i giorni deve affrontare la precarietà e il sacrificio”.
“Siamo nel 2018 e noi giovani siciliani siamo costretti a vivere in una terra definanziata e sfruttata. Il problema degli alloggi – continua Giulia – è di tutta una generazione: non solo di chi studia e, non potendo lavorare, deve vivere fino a 30 anni con i genitori, ma anche di chi è obbligato a fare il pendolare dalla provincia perché non può permettersi un affitto, o magari chi lavora ma viene pagato così poco che deve comunque fare gravi sacrifici per potere avere un tetto sopra la testa”.
Alberto, un altro occupante fa notare che “I dati Eurostat dichiarano che nel 2016 in Sicilia il tasso di disoccupazione raggiunge il 22,1%, di cui il 57,2% è disoccupazione giovanile (dai 15 ai 24 anni). A Catania a lavorare sono solo 4 giovani su 10″.
Per quanto riguarda chi sceglie di fare l’Università, e non rientra nella fascia di reddito più bassa – continua Alberto – i costi delle tasse su tutto il territorio nazionale sono sempre in aumento: si arriva a Catania a € 1.729 annui per le fasce più alte, e sempre più rigidi sono i requisiti per accedere alle graduatorie delle borse di studio, con i nuovi calcoli ISEE, per non parlare dei libri, la cui spesa ammonta almeno a 500 euro annui se si riescono a reperire le dispense, altrimenti circa 1200 euro, se vengono richiesti i testi originali. Gli affitti, soprattutto nelle zone universitarie, sono in continuo aumento, e la qualità dell’Università qui a Catania è molto più bassa che nelle altre parti d’Italia. ”
Ruggero, studente fuori sede ha dichiarato che “Siamo sempre più giù nelle graduatorie nazionali per i servizi, la qualità dello studio e della ricerca, i finanziamenti che riceviamo. Ci viene chiesto di fare dei sacrifici ma non veniamo per nulla aiutati.
Un posto come questo potrebbe contenere tra 250 e 300 studenti e giovani lavoratori, eppure viene tenuto chiuso, da 10 anni, è assurdo. Quest’esperienza è per noi importantissima, ci da un’opportunità di riscatto e di riprenderci il nostro diritto a restare in questa terra. Per questo chiameremo lo Studentato Occupato “95 100″, perché crediamo che si debba resistere in questa città, riconquistandocela nel nostro diritto di viverla.
La riappropriazione di questo spazio è un esempio di come l’abbandono di posti che potrebbero essere messi al servizio della comunità si possa sovvertire e impedire: noi non ce ne andremo fino a quando l’ex Hotel Costa non tornerà ad essere di tutti i giovani studenti e studentesse che ne hanno bisogno!”