Giorno 5 seconda verifica ufficiale tra amministrazione comunale e sottosegretario Candiani, mentre giorno 7 altro faccia a faccia tra sindaco, sindacati e associazioni.
La pioggia non ha fermato i manifestanti che questa mattina in piazza Università hanno tenuto un presidio simbolico per scongiurare il dissesto.
All’iniziativa, promossa da da Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Agci, Agci, Confcooperative, Legacoop e Un.I.Coop, hanno partecipato anche il sindaco Pogliese e l’ex sindaco Bianco, nella sua veste di di presidente del Consiglio nazionale dell’Anci, ma anche dipendenti comunali, lavoratori dei teatri, dell’Istituto Bellini (senza stipendio da due mesi), rappresentanti dei lavoratori pubblici comunali e di tutte le partecipate.
In molti hanno indossato le magliette riportanti lo slogan del presidio “Catania è viva. Nessuno spenga la luce” ( come si nota dalle foto tratte dalla pagina Fb della Cisl) e interloquito apertamente anche con il sindaco Pogliese che ha ascoltato le loro richieste. Il clima era molto preoccupato anche per l’assenza di liquidità nelle casse comunali, e con il primo cittadino si sono confrontati pure i rappresentanti delle Coop sociali che non ricevono le spettanze mediamente da 8 mesi e non possono quindi pagare i lavoratori.
Pogliese ha sottolineato: “La città si sta presentando al Governo unita, anche perché non è questo il momento per parlare delle responsabilità del dissesto. Dobbiamo stringerci insieme nel tentativo non semplice di chiedere al Governo nazionale cosa deve e vuole fare, e in quali tempi. Non avremo risorse da qui a dicembre data in cui il Comune incasserà l’IMU. Immaginare di non poter ancora pagare i dipendenti e le Coop sociali è una prospettiva di una enorme gravità e per questo abbiamo necessità, anzitutto, di una anticipazione di cassa del contributo ordinario del 2018”.
Enzo Bianco, invece, ha dichiarato: “Se l’Amministrazione Comunale, come il Sindaco Pogliese ha affermato, si impegnerà effettivamente per evitare il dissesto, noi saremo a suo fianco, con spirito costruttivo. Se dovessero prevalere altre logiche, saremo i primi a denunciarlo ai Catanesi“.
La somma che il Comune di Catania ha chiesto al Governo è di 400 milioni di euro, ma l’aiuto in termini di liquidità, potrebbe limitarsi a 120 milioni di euro da suddividersi in tre anni.
Pogliese ha anche accennato alla possibilità che la Città metropolitana trovi in queste ore una soluzione nella bozza di Finanziaria già presentata per intervenire sull’Istituto musicale “Bellini” per potere almeno avviare l’anno accademico.
Per giorno 5, intanto è prevista a Catania una seconda verifica ufficiale tra l’amministrazione comunale e il sottosegretario Candiani, mentre giorno 7 novembre è stato fissato un altro faccia a faccia tra sindaco, sindacati e associazioni in vista della manifestazione provinciale successiva.
I sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl sono però pronti alla dichiarazione dello “stato di agitazione” dei dipendenti comunali se entro giorno 4 non si avranno novità sugli stipendi.
“Catania non vuole il dissesto, lo ripeteremo sino allo sfinimento – spiegano i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, Giacomo Rota, Maurizio Attanasio, Enza Meli e Giovanni Musumeci, i presidenti di AGCI, Silvana Strano, Gaetano Mancini di Confcooperative Sicilia, Giuseppe Giansiracusa di Legacoop, Eleonora Contarino di Unicoop -. Siamo agguerriti e amareggiati. Non spetta a noi in questa fase giudicare chi e in quale misura nel tempo ha causato lo sfascio che rischia di imprigionare per decenni la nostra città, ma spetta a noi lottare per ricevere tutto l’aiuto possibile. Pensare di lottare da soli sarebbe illogico e stolto.La politica a tutti i livelli deve fare quel salto di qualità che è drammaticamente mancato in questi anni e alla Regione Siciliana chiediamo più concretezza, più fatti a tutela della crescita del territorio, a partire dalla possibilità di intervenire presso l’Agenzia delle entrate per quanto possibile in questa fase di emergenza”.
Intanto le sigle che stamattina hanno dato vita in piazza Università al presidio hanno organizzato per il prossimo 12 novembre una nuova manifestazione per dire “no” al dissesto e chiedere al Governo nazionale interventi urgenti per salvare la città “da un disastro certo e soprattutto immeritato”.
La manifestazione prevederà anche l’organizzazione di un corteo; parteciperà in prima linea l’amministrazione comunale ma contribuiranno anche altre associazioni datoriali, gruppi di cittadini e la Chiesa catanese.
L’obiettivo è che la manifestazione diventi “della città, in tutti i suoi aspetti sociali e politici”, e dunque trasversale, affinché insieme si chieda a gran voce un intervento deciso e concreto, come è avvenuto per altri centri in difficoltà, come ad esempio Torino.