Violenza sulle donne evento formativo avvocati| L’incontro è stato organizzato dal Centro Studi giuridici e politici Officinadidee e dal Centro Antiviolenza “εμπαθεία” con la partecipazione dell’ISIS “Duca degli Abruzzi”, presso l’Aula Adunanze del Tribunale di Catania.
Intitolato “Non smetterò mai di lottare!!” si è svolto, presso l’Aula Adunanze del Tribunale di Catania, l’incontro – dibattito organizzato dal Centro Studi giuridici e politici Officinadidee, e dal Centro Antiviolenza “εμπαθεία” (empatéia) di Adrano, con la partecipazione dell’ISIS “Duca degli Abruzzi” di Catania.
Ha aperto i lavori Grazia La Naja, Presidente del Centro mentre Brigida Morsellino, Dirigente Scolastica dell’ISIS ha portato la testimonianza di ciò che può accadere in ambito scolastico presentando poi il video contro la violenza sulle donne, realizzato dai ragazzi. Quindi è intervenuto Patrizio Salerno, Presidente dell’Associazione Prolegis Nazionale.
Sulla delicata tematica hanno relazionato Vera Squatrito, mamma di Giordana Di Stefano; l’avvocato Francesco Villardita, il sostituto procuratore Anna Trinchillo, il giudice onorario Mariangela Calcara, il Presidente dell’Associazione Codici Sicilia Manfredi Zammataro, il G.I.P. Santino Mirabella, il magistrato Ottavio Grasso, lo psichiatra e psicoterapeuta Agostino Muscarà, Direttore Sanitario Comunità Terapeutica e riabilitativa “La Grazia” di Caltagirone.
Hanno moderato i lavori: l’avvocato Maria Aurora Frazzetto e il Presidente del Centro Studi Giuridici e Politici “Officinadidee avvocato Francesco Silluzio.
Il servizio con intervista di Salvo Giuffrida
VIDEO
“Abbiamo esaminato tutti gli aspetti, quello giuridico, quello scolastico, quello della famiglia, parlando anche del profilo psicologico di chi commette il reato di stalking – ha spiegato Silluzio a Catania Pubblica-. È emerso che soltanto l’8% degli imputati reati può considerarsi un soggetto patologico gli altri son ben coscienti di commettere dei fenomeni di violenza, quindi hanno piena capacità di intendere e di volere”.
Ma vediamo nello specifico cosa è previsto a livello di pene: “Bisogna distinguere, ricorda Silluzio, il caso in cui la violenza sfocia nella morte, quando interviene il reato di omicidio doloso, come nel processo di Giordana dove, ad esempio, l’imputato ha avuto trent’anni di reclusione. Diverso è il caso dello stalking che prevede pene molto più basse, si arriva a due, tre anni di reclusione, e purtroppo oggi abbiamo spiegato che i sistemi d’intervento sia da parte della Procura sia da parte del Tribunale sono legislativamente non consoni a una situazione di emergenza. Sì, si può adottare un provvedimento di allontanamento dello stalker ma molto spesso non viene eseguito. In questi casi è fondamentale l’attività dei centri antiviolenza, noi ne abbiamo aperto uno ad Adrano che segue le donne collocandole poi nelle case protette. Questa è una forma di intervento immediato per le vittime della violenza”.
Per ciò che riguarda il patteggiamento pecuniario con l’estinzione del reato, previsto dal legislatore nei casi di stalker Silluzio ha detto: “So che il Parlamento sta ridiscutendo questo aspetto, perché in questo modo la vittima resta senza copertura penale. Per fortuna in quest’ambito Corte d’ Appello di Catania è abbastanza severa, adottando delle condanne abbastanza forti”.