La struttura ospiterà da settembre disabili fisici, psichici o sensoriali.
La villa di Salvatore Ferrera detto “Cavadduzzu”, nel giorno della commemorazione della morte di Paolo Borsellino, è stata affidata alle cooperative sociali TEAM, Mosaico e Obsalav, che ne faranno un Centro per il ricovero e l’inclusione”. La struttura ospiterà, già dal mese di settembre, 15 persone affette da disabilità fisiche, psichiche e/o sensoriali.
Il 19 luglio l’apertura alla cittadinanza, alle Istituzioni e alle organizzazioni del privato sociale per presentare il progetto sociale.
All’incontro di presentazione della struttura, avvenuto l’altra mattina, erano presenti: Pier Paolo Lucifora, presidente del Consorzio Etneo per la Legalità e lo Sviluppo, che ha affidato il bene alle cooperative, Giovanni Leonardi, presidente dell’Assemblea del Consorzio Etneo per la Legalità e lo Sviluppo, Salvatore Litrico, presidente della cooperativa TEAM, Francesco D’Amico, presidente della cooperativa Obsalav, Edoardo Barbarossa, in rappresentanza della cooperativa Mosaico, Giovanna Squillaci, assessore ai servizi sociali del Comune di Camporotondo, Maria Letizia Di Modica, responsabile ai servizi sociali del Comune di Viagrande, un delegato del direttore Cantaro del Policlinico di Catania, e Orazio Licciardello, professore di psicologia sociale, Facoltà di Scienze della Formazione, Università di Catania.
“Un bene rimesso a nuovo grazie a lavori per euro 440.000,00, circa, provenienti dal PON Sicurezza Obiettivo convergenza 2007-2013. Un fiore all’occhiello che servirà un comprensorio amplissimo e non solo Viagrande. Ecco cosa significa restituire all’uso collettivo un bene strappato alla Mafia”- ha dichiarato Pier Paolo Lucifora, mentre Giovanni Leonardi ha messo in luce come il bene di Viagrande sia “Una struttura da ammirare. Tra le più importanti affidate dal Consorzio per spazi e per gli usi che se ne può fare per il territorio. Auspico che entri a regime prima possibile perché uno dei problemi più importanti della materia beni confiscati, sta proprio nel farli funzionare per il raggiungimento degli scopi, per i quali sono stati concessi”.
“Ci riappropriamo di un bene confiscato alla mafia nel 1987. Abbiamo dato risposte non solo a noi stessi ma anche alla mafia” – spiega Salvo Litrico, presidente della cooperativa TEAM – “alla comunità chiediamo di divenire protagonista di un nuovo progetto di accoglienza e inclusione che valorizzerà le potenzialità delle singole persone”.
La comunità sarà destinataria di un nuovo progetto di accoglienza ed inclusione messo in atto anche attraverso il metodo “Te.So.Ri. – Team socio riabilitativo” che rappresenta un’innovazione di processo e di prodotto attraverso il quale superare il concetto di “assistenza” per puntare alla valorizzazione delle potenzialità della persona. Gli ospiti potranno godere di una maggiore autonomia abilitativa e sociale, attraverso programmi di intervento sviluppati individualmente per favorire il massimo sviluppo con esperienze e attività interne/esterne alla Comunità.