Pubblicato il: 3 July 2018 alle 4:41 pm
La lettera con cui Bellantoni rinunciava all’incarico era giunta ieri sul tavolo di Basile che convoca per domani il Senato accademico e il Consiglio di amministrazione.
“Mi preme sottolineare che l’operato del dott. Bellantoni è stato sempre improntato alla trasparenza e alla meritocrazia, in linea con la politica di Ateneo, e che ho sempre personalmente garantito pieno sostegno, anche se mi rendo conto che non sia stato a volte sufficientemente recepito, al Direttore generale, garantendogli ampia autonomia nel rispetto dei ruoli istituzionali”.
Così il rettore dell’Ateneo Francesco Basile nella nota inviata alla comunità accademica catanese in risposta alle dimissioni di Candeloro Bellantoni dall’incarico di Direttore generale dell’Università.
“Ho ricevuto ieri, con rammarico, le dimissioni volontarie del dott. Candeloro Bellantoni – scrive Basile. La decisione è maturata ad un anno esatto dalla firma del contratto di lavoro che lega il Direttore generale al nostro Ateneo per un triennio.
Evidentemente, l’auspicata adozione del proprio modello gestionale-organizzativo da parte dell’Ateneo di Catania si è scontrata con diverse difficoltà di adattamento della struttura amministrativa locale, nonostante il supporto fornito al Direttore generale da tutti gli organi accademici”.
E il rettore prosegue: “Non posso che prendere atto di un disagio personale cresciuto nel corso degli ultimi mesi che ha portato il dott. Bellantoni a maturare questa sofferta decisione. Devo altresì sgombrare il campo da ogni ombra di discredito, o ancor peggio di presunta irregolarità dell’azione amministrativa, poiché la garanzia di perfetta legittimità di ogni atto è stata proprio assicurata dallo stesso dott. Bellantoni.
Ho convocato per domani il Senato accademico e il Consiglio di amministrazione per una seduta congiunta e straordinaria degli organi di governo dell’Ateneo che avranno modo di confrontarsi tra di loro e con il Direttore generale sui temi esposti nella sua lettera.
In tale occasione chiederò personalmente al dott. Bellantoni un’accurata riflessione sulla posizione assunta che, certamente, crea notevoli ripercussioni sulle attività dell’Ateneo”.
Bellantoni nella sua lettera di dimissioni aveva scritto che la sua azione amministrativa risultava “quotidianamente rallentata non solo apertamente ad opera di chi continua a vedere nel sottoscritto, per le ragioni più assurde e bieche, lo straniero da avversare, ma anche a causa di quella prassi distorta e profondamente radicata nel tessuto amministrativo, fatta di continue e pressanti richieste, prive di alcun fondamento logico-giuridico, il cui accoglimento non mi è proprio possibile, perché condurrebbe la mia azione amministrativa lontana, oltre che dai veri obiettivi cui essa deve tendere, anche da quei principi di imparzialità, buon andamento, efficacia ed efficienza sui quali deve fondarsi”.