Vigili del fuoco precari: “Noi moriamo come i professionisti”.
Una campagna di lotta e di richiesta di diritti che aspira a diventare piattaforma rivendicativa di tutti i precari del settore e di tutti i comandi provinciali d’Italia.
È quella che è stata lanciata stamattina dai vigili del fuoco precari, dal Coordinamento FP CGIL dei Vigili del Fuoco e dalla FP CGIL di Catania.
Con un sit-in in via Etnea, davanti il palazzo della Prefettura, oggi i vigili hanno protestato per vedere riconosciuti prerogative sindacali e stipendiali dei loro colleghi permanenti.
Una delegazione di lavoratori è stata ricevuta dal capo di Gabinetto della Prefettura Cocuzza, alla presenza, tra gli altri, del segretario generale della Fp Cgil Gaetano Agliozzo, del segretario provinciale della Fp Armando Garufi e Salvatore Di Dio che hanno dichiarato: “Questi lavoratori che prestano soccorso alla popolazione, a fianco dei loro colleghi permanenti, hanno diritto anche ad avere la possibilità concreta di essere assunti a tempo indeterminato, vista poi la grave carenza di personale che affligge il Corpo nazionale”.
Al capo di Gabinetto i lavoratori hanno consegnato un documento di riepilogo della situazione dei vigili del fuoco cosiddetti “discontinui” impiegati soprattutto per sopperire alla carenza di personale.
I Vigili discontinui, infatti, coadiuvano il Vigile del fuoco nel soccorso, nei settori tecnici e amministrativi, e sono chiamati ciclicamente durante l’anno.
Nel 2007, con il Governo Prodi, si provò a stabilizzare queste figure con un procedura a titoli che, si legge nel documento, “alla prova dei fatti produce anch’essa esclusione, ma mette dentro parecchie unità discontinue e volontarie; la graduatoria è ancora aperta ma la legge di revisione di spesa blocca le assunzioni e siamo di nuovo all’impasse. Ancora: in un concorso pubblico a 814 posti di vigile del fuoco si riserva soltanto il 25% ai precari del Corpo Nazionale e ben il 45% agli ex VFB”.
Ciò che è mancato, dunque spiegano ancora nel documento i vigili discontinui, “sono le giuste riconoscenze dello Stato a queste figure meritevoli, che, come i vigili permanenti, sono al servizio della popolazione; che si infortunano e muoiono al pari dei professionisti, per dare soccorso e aiuto, ma, che di contro, non hanno alcun riconoscimento dalla comunità”.
I vigili discontinui chiedono dunque un’inversione di rotta, una procedura di regolarizzazione dei precari nel settore operativo aperta fino al completo recupero delle carenze ordinarie; la riapertura del turnover da pensioni e da cambio qualifica con assunzioni dalle graduatorie del concorso pubblico e dalla graduatoria della stabilizzazione; concorsi a titoli per il settore SATI che, a seconda delle qualifiche, diano ai precari che hanno superato il requisito dell’età, precedenza e riserva totale dei posti; status favorevole e riserva dei posti nei concorsi nella Pubblica Amministrazione; e infine esclusione di altre categorie di disoccupati o precari dai concorsi pubblici per il Corpo Nazionale, in presenza di una platea di precari interni che attendono risposte.
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