Sanità: a rischio i servizi minimi essenziali.
È emergenza a Catania secondo la Uil, preoccupata dal dimezzamento della medicina d’emergenza e dalle lacune d’organico.
“A Catania è ormai certa la chiusura del Pronto soccorso del Vittorio Emanuele, quindi il dimezzamento della medicina d’emergenza in centro cittadino”.
Questo quanto denuncia Uil Catania, sostenendo sia ormai emergenza sanità in città dato che, secondo il sindacato, non è addirittura possibile assicurare nelle corsie ospedaliere regolari turni di servizio in presenza di ferie e assenze per malattia.
Il segretario generale della Uil di Catania e responsabile della Uil Medici Sicilia, Stefano Parisi e il segretario provinciale della Uil Fpl Stefano Passarello affermano “Stanno giocando con la salute dei cittadini!”.
Malgrado le denunce che la Uil e la sua organizzazione di categoria, la Uil Fpl, lanciano da tempo, il sindacato rileva che le strutture sanitarie in città presentano carenze di organico e le Aziende Cannizzaro e Policlinico-Vittorio sono prive di management.
I due segretari, snocciolano numeri allarmanti, sebbene ammettano siano dati parziali e solo indicativi: “I numeri non mentono, a proposito di carenze. È evidente come siano a rischio gli stessi servizi minimi essenziali.
Nella sola Azienda ospedaliera Cannizzaro mancano 11 infermieri al Pronto soccorso, 5 infermieri e 4 ausiliari nel Pronto soccorso pediatrico, 5 medici a pieno regime in Ecografia di Pronto soccorso. Un medico e 3 infermieri in Chirurgia plastica, 3 medici a pieno regime in Anestesia e Rianimazione, 6 medici e 6 infermieri alla Terapia intensiva neonatale, mentre in Terapia intensiva respiratoria la pianta organica imporrebbe la presenza di 5 medici, 10 infermieri, 3 fisioterapisti in più; 4 medici e 4 infermieri in Neurochirurgia, un tecnico in Chirurgia toracica, un medico e 2 tecnici nel Centro trasfusionale, 7 infermieri in Ostetricia- Ginecologia-Pronto soccorso ostetrico, 2 medici e 6 infermieri in Endoscopia digestiva, 2 tecnici nel Laboratorio di analisi.
L’Unità di terapia intensiva della Cardiologia del Garibaldi vecchio, in Emodinamica, mancano all’appello 4 medici, 2 infermieri professionali e 2 ausiliari. Al Pronto soccorso del Garibaldi, inoltre, sono 10 in meno gli infermieri, altrettanti al Vittorio e 7 al Santa Marta e Santa Venera di Acireale, 3 alla Cardiochirurgia del Ferrarotto in Terapia intensiva, mentre al Gravina di Caltagirone servono 4 medici all’Unità di Terapia intensiva e coronarica, 2 in Chirurgia, 4 in Rianimazione e Anestesia, 6 in Chirurgia generale, 3 al Pronto soccorso, 2 in Neurologia. Siamo sempre in attesa di conoscere quando sarà finalmente coperto il posto di primario in Urologia che, peraltro, dovrebbe prestare servizio in condominio tra Caltagirone, Acireale e Bronte”.
“La Regione” – concludono Passarello e Parisi – “non può più tardare nella rimodulazione dei posti- letto, negando quindi ai direttori generali delle Aziende la stessa possibilità di coprire le carenze di personale. Un’altra strada è possibile puntando sulla medicina territoriale e di base, mai decollata a Catania e in Sicilia, e sui tagli di appalti, consulenze e inutili acquisti di forniture. A fronte di questi risparmi, sarebbe davvero facile e comunque risulta ormai indifferibile coprire almeno le lacune di organico medico e infermieristico nei reparti di emergenza”.
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