È partito da Piazza Roma il corteo organizzato dai Cobas per dire no alla politica europea e al Governo Monti. I rappresentanti del mondo della scuola erano numerosi, tra docenti che hanno partecipato in circa 500, secondo gli organizzatori, e studenti di scuole superiori e universitari che hanno aderito alla mobilitazione di protesta internazionale, che si è snodata lungo la via Etnea.
Il Governo Monti, che in Italia rappresenta gli interessi dell’Unione Europea, se ne deve andare spiegano, perché ha colpito i settori più disagiati, mentre nulla pagano gli evasori fiscali, i grandi patrimoni, i gruppi finanziari e industriali.
Nel mondo della scuola pubblica, questo è significato l’aumento dell’orario ai docenti, espellendo altre decine di migliaia di precari, si lamentano, la deportazione di docenti “inidonei”, bloccando all’infinito contratti e scatti d’anzianità.
“Di fronte a tutto questo – affermano – noi ripetiamo che non bisogna pagare il debito! Deve pagarlo chi l’ha provocato, chi vuole utilizzarlo per arricchirsi ancora di più levando servizi e diritti agli studenti, ai pensionati, chiudendo ospedali e guardie mediche, tagliando trasporti pubblici e linee ferroviarie, cercando di privatizzare i beni comuni”.
Il corteo di partecipazione allo sciopero europeo, aperto dallo striscione unitario “Sciopero Generale contro l’Europa delle Banche”, ha poi fatto una deviazione non autorizzata su Corso Sicilia per portare la protesta contro le banche e l’agenzia Serit Sicilia. I manifestanti si sono poi recati sotto la Prefettura dove una delegazione formata dai Cobas, insegnanti idonei e precari Ata ha incontrato il delegato del Prefetto, cui ha consegnato un documento con le motivazioni dello sciopero ed uno sui gravissimi provvedimenti che colpiscono queste categorie.
Il corteo si è quindi concluso in piazza Teatro Massimo, dove si è svolta un’assemblea cittadina.
Il prossimo appuntamento per il mondo della scuola sarà questa domenica, 18 novembre con un presidio informativo in piazza Verga, dalle ore 9,30 alle 13.