Pua: Di Salvo, “Evitati stravolgimenti”, il Comitato “Atto gravissimo”.
Alla fine ieri l’aula ha approvato la delibera con due emendamenti della maggioranza.
“Il Consiglio comunale si è espresso su una questione di grande importanza e complessità per il futuro di Catania e l’Amministrazione è riuscita a evitare prima di tutto che il Palaghiaccio diventasse un ennesimo centro commerciale”.
Questa la dichiarazione dell’assessore all’Urbanistica Salvo Di Salvo dopo l’approvazione della delibera del Pua con 18 voti. L’atto è passato con due emendamenti, a firma del capo gruppo di Area popolare Manlio Messina. Alla seduta, presieduta dal vicepresidente vicario del consiglio Sebastiano Arcidiacono, hanno partecipato anche il vicesindaco Marco Consoli, gli assessori Orazio Licandro, Luigi Bosco, Rosario D’Agata.
“Il nostro atto ha avuto alcune modifiche. Avevamo proposto – ha spiegato Di Salvo – una delibera che è stata emendata dall’Assemblea, alla quale ci eravamo rimessi dopo aver ottenuto le necessarie tutele del territorio grazie al ritiro di alcuni emendamenti. Com’è giusto fare in questi casi, i consiglieri, di maggioranza e di opposizione, si sono poi comportati ciascuno secondo la propria coscienza”.
“L’azione politica dell’Amministrazione – ha aggiunto Di Salvo – è stata esercitata per far comprendere che certe modifiche avrebbero stravolto l’area della Plaia. Per gli emendamenti più insidiosi siamo riusciti nel nostro intento di farli ritirare. Certo, continueremo a vigilare con estrema attenzione sull’iter di questo provvedimento sul quale si giocano non soltanto l’economia della città ma anche il suo assetto ambientale. E lo faremo non soltanto sotto il profilo amministrativo, ma anche dell’ecologia e della legalità”.
Approvati dall’aula anche due ordini del giorno. Il primo, a firma di Agatino Lanzafame e Elisabetta Vanin, Niccolò Notarbartolo, Antonino Vullo, Carmelo Coppolino, Giovanni D’Avola, che impegna l’Amministrazione ad opporsi all’apertura di nuovi centri commerciali sul territorio cittadino. Il secondo, a firma di Carmelo Coppolino e Alessandro Porto, Giovanni D’Avola, Ersilia Saverino, Agatino Lanzafame, impegna l’Amministrazione alla stipula di un protocollo di legalità con gli enti partners del progetto, la Prefettura, le Forze dell’Ordine e la Procura della Repubblica per scongiurare illeciti e infiltrazioni della malavita.
Intanto però il “Comitato No Pua” parla di atto gravissimo del Consiglio comunale nella mancata conformazione al parere e alle indicazioni del Cru.
“Ieri sera, in Consiglio Comunale, scrivono in una nota i rappresentanti del Comitato, il parere del Consiglio Regionale Urbanistica è stato calpestato da una maggioranza trasversale che, votando gli emendamenti del gruppo Area Popolare, ha deciso di seguire le indicazioni, interessate, dettate dal progettista di Stella Polare e dal segretario della Fillea Cgil, piuttosto che il parere e le indicazioni dell’organismo tecnico regionale competente”.
Ora l’ultima parola tocca all’Assessore regionale territorio e ambiente, spiega il Comitato, che deve scegliere tra un parere del C.R.U. e quello di “un consiglio comunale che in 48 ore ha dato una pessima dimostrazione di come sono rappresentati gli interessi collettivi ed ha dimostrato come la salvaguardia del territorio possa essere assoggettata ad interessi privati, personali e faziosi”.
“Il Pua, concludono, è una falsa opportunità di sviluppo, un progetto che distruggerà ulteriormente il territorio per poi andare a finire nel lungo elenco di “operazioni” fallimentari in cui questa città primeggia e che hanno distrutto le risorse di un territorio che avrebbe potuto fare del turismo una fonte di sviluppo reale e duratura; dallo sventramento di San Berillo il quartiere dei mestieri, alla cementificazione selvaggia di 20 chilometri di un litorale meraviglioso, sino al centro commerciale Vulcania ed al progetto commerciale all’interno della “vecchia dogana”, passando per altre centinaia di devastanti flop. D’altronde il patto territoriale Catania Sud, di cui il P.U.A. è il proseguimento, è un fallimento acclarato”.
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