Teatro Massimo: conclusa l’occupazione permane lo stato di agitazione.
Reintegrati fino al 4 novembre 23 lavoratori su 28, con la promessa di un rinnovo dei contratti dopo l’arrivo del nuovo sovrintendente.
Continua lo stato d’agitazione, ma per il momento si è fermata l’occupazione dei precari del Teatro Massimo che erano ormai da 38 giorni in presidio permanente sul tetto dell’Ente, in attesa di notizie certe sul loro futuro lavorativo.
Lunedì i manifestanti si erano spostati sul palcoscenico, e avevano minacciato di bloccare la prima di “Capuleti e Montecchi”.
La protesta è adesso in parte rientrata perché agli stagionali è stato proposto un contratto che permetterà loro di lavorare fino al 4 novembre, con la promessa di provvedere al rinnovo quando il nuovo sovrintendente prenderà il posto della dimissionaria Rita Gari Cinquegrana.
L’impegno preso dalla dirigenza del Teatro è quello di procedere alla stabilizzazione non appena la situazione politica alla Regione si sarà assestata con la nuova giunta.
“Dobbiamo adesso lavorare – ha dichiarato il sindaco Enzo Bianco – alla risoluzione definitiva del problema chiedendo alla Regione di intervenire direttamente sulla legge che impedisce di impiegare questi lavoratori. Comprendo le loro grandi difficoltà, considerando che da mesi non ricevono lo stipendio ma bisogna consentire lo svolgimento della stagione. L’attività del Bellini, infatti, va tutelata a ogni costo perché rappresenta la garanzia dell’esistenza del teatro stesso e dunque della possibilità di artisti e maestranze di lavorarvi”.
“Purtroppo – spiega a Catania Pubblica – uno dei lavoratori stagionali, per cinque di noi il contratto non è stato rinnovato, quindi rientriamo a lavoro con amarezza perché il problema non è risolto. Non sono figure di cui si può fare a meno – aggiunge – al momento le loro mansioni sono svolte da altri funzionari e questo rallenta gli uffici.”
Si tratta di tre uscieri che sono incaricati di svolgere commissioni all’esterno del Teatro e di due impiegati d’ordine presso l’ufficio del personale e l’ufficio stampa.
È uno di loro il lavoratore che lunedì, dopo la notizia della mancata riassunzione, ha minacciato di darsi fuoco, ed è stato fermato dal pronto intervento dei colleghi.
“Incredibile, solo così si può definire questa vicenda. Non si può arrivare a tanto per un diritto acquisito, perché lo dobbiamo sempre ricordare, si tratta di un diritto acquisito”, ha dichiarato Antonio Santonocito, responsabile regionale Snalv, Sindacato Autonomo Lavoratori e Vertenze aderente alla Confsal.
Anche Il segretario generale della Camera del lavoro, Giacomo Rota, il segretario della Slc Cgil Davide Foti e il segretario confederale della Cgil, Giovanni Pistorio hanno lanciato un appello al governo regionale affinché si trovi una soluzione in tempi brevi.
“La situazione è drammatica – dichiarano i sindacalisti – i lavoratori sono allo stremo e non è più tempo che le istituzioni rimandino soluzioni e dialogo con chi negli anni ha fatto grande il Teatro Massimo “Bellini” di Catania. Una situazione purtroppo aggravata anche da una delle gestioni commissariali che ha penalizzato la prosecuzione dei rapporti di lavoro. Ci rivolgiamo però al presidente Crocetta – concludono – ricordandogli che fino ad oggi la Regione non ha progettato alcuna soluzione concreta per il salvataggio di un ente di caratura internazionale. “
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