Prostituzione: colpire i clienti o legalizzare? Due proposte per la Catania di notte
Gli interventi della Polizia sul viale Ulisse non fermano le lucciole che cambiano zona per continuare a esercitare la professione più antica del mondo.
Non saranno certo gli ultimi gli interventi straordinari degli uomini del commissariato di Borgo-Sanzio” sul viale Ulisse a fermare la prostituzione.
Alessandro Campisi e Adriana Patella, entrambi consiglieri della circoscrizione di “Picanello-Ognina-Barriera-Canalicchio” nel ringraziare le forze dell’ordine per il lavoro svolto, chiedono un piano di recupero di queste aree e segnalano che Piazza Mancini e il lungomare sono territori dove “Appena si fa buio, diventano alcove a cielo aperto”.
“Il concentrare energie e risorse su una politica interamente improntata sulla repressione non può portare a nessun risultato duraturo – afferma Campisi – le lucciole torneranno in pochi giorni sui nostri marciapiedi e il viavai di clienti continuerà imperterrito. Ecco perchè diventa fondamentale coinvolgere, oltre alle forze dell’ordine, le associazioni e le onlus che operano in questo contesto”.
Le prostitute infatti sono il terminale ultimo di un mercato del sesso che nasconde un mondo fatto di emarginazione e sfruttamento.
“Potenziare i controlli oppure posizionare una pattuglia ad ogni angolo della circonvallazione non può andare- sottolinea la consigliera Adriana Patella- le lucciole si sposterebbero di poche centinaia di metri e il problema verrebbe temporaneamente nascosto agli occhi delle persone. Occorre, quindi, colpire i clienti che alimentano questo turpe mercato e aiutare le ragazze, ridotte a schiave, a rifarsi una vita al riparo dai loro aguzzini. Su molte prostitute pende un decreto di allontanamento ma, alla fine, ritornano nello stesso marciapiede nel giro di poche settimane e con una nuova denuncia a loro carico”.
Di altro avviso invece sono Vincenzo Parisi, presidente della commissione al Bilancio, insieme al consigliere comunale Giuseppe Catalano, i quali chiedono all’amministrazione comunale di affrontare il problema in un modo diverso, “Senza falsi pudori e con la consapevolezza che la prostituzione non si potrà cancellare dalle nostre strade con un colpo di bacchetta”.
“La prostituzione – fanno notare Parisi e Catalano – oggi è in mano alla malavita, e appena si fa buio decine di ragazze battono il marciapiede tra le feroci lamentele dei residenti delle zone in questione. Perchè allora non legalizzare la prostituzione come già avviene in molti paesi europei come Svizzera, Germania e Olanda? Qui le ragazze sono sottoposte a rigidi controlli e pagano le tasse. Milioni di euro di contributi che finiscono nelle casse dello Stato e non in quello della criminalità”.
Quindi reprimere o legalizzare? Un dilemma che in Italia nasce dalla entrata in vigore della Legge Merlin e un dibattito sull’argomento più vivo che mai.