Viale Bummacaro: 37 famiglie rischiano di perdere la casa. Il Sunia chiede incontro urgente alla Regione.
Dovrebbero fare le valigie entro fine mese e trovarsi un’altra casa le trentasette famiglie assegnatarie di alloggi a Librino in viale Bummacaro 3. O almeno così c’è scritto in una lettera fatta recapitare loro dalla Regione alcune settimane or sono. Le famiglie sono tutte di funzionari delle forze dell’ordine che nel 1988 si erano visti assegnare gli alloggi a seguito di un regolare concorso pubblico. Adesso però rischiano di perdere la casa. La Regione infatti non ha completato il pagamento dei beni immobili e, per il mancato saldo di circa 445 mila euro (il 15% del totale), è in procinto di perdere un bene pubblico dal valore di circa 5 milioni di euro e di restituirlo alla ditta costruttrice Fasano costruzioni.
Il caso è stato sollevato stamattina dal Sunia, il sindacato degli inquilini e dal Silp Cgil, il sindacato dei lavoratori di polizia, che nel corso di un incontro tenutosi a Librino nella sede Cgil, hanno segnalato “l’ennesimo, incredibile caso di negligenza ‘all’italiana’ condito da comportamenti inspiegabili, e probabilmente anche di atti in malafede, della Regione Sicilia”.
Ad introdurre l’incontro è stata la segretaria del sindacato, Giusi Milazzo: “Si tratta di 60 alloggi, per buona parte già acquistati, e comunque ospitanti 37 famiglie di lavoratori delle forze dell’ordine, che la Regione perde per negligenza. È un caso grave e paradossale, perché i concorsi per le assegnazioni furono regolati da una legge regionale del 1985 proprio per venire incontro ad un’utenza delicatissima, impegnata in prima linea contro mafia e criminalità”. La Regione – a quanto pare- non ha saputo prevenire il danno e si è limitata a dare comunicazione scritta con una sorta di preavviso di sgombero degli appartamenti di appena un mese; una nota inviata a fine marzo nonostante la sentenza del Tribunale di Palermo risalga al febbraio 2013.
Giusi Milazzo ha sottolineato che la vicenda sarà seguita legalmente dal sindacato e che è già stato chiesto un incontro urgente all’assessore regionale all’Economia. Le famiglie sono anche pronte ad azioni eclatanti e affidano i loro diritti nelle mani del legale del Sunia, l’avvocato Laura Distefano, presente all’incontro di questa mattina, affiancata anche dal segretario del Silp, Sebastiano Roccuzzo.
Distefano ha anche svelato l’esistenza di una clausola contrattuale aggiunta in una seconda fase di sottoscrizione dei contratti, che autorizza la liberazione degli alloggi di viale Bummacaro 3, in caso la Regione non ultimasse i pagamenti. “Clausole che dimostrano una certa malafede nella gestione contrattuale – ha detto l’avvocato – inoltre, la Regione non ha opposto resistenza alla sentenza, che in questo modo diventa operativa. C’è di più: la restituzione degli immobili alle famiglie non è chiesta dalla Fasano costruzioni, ma dalla Regione stessa”.
Particolarmente amaro per le famiglie assegnatarie è il rimpallo di responsabilità. Spiega il segretario Roccuzzo: “É come una partita di ping pong giocata sulla pelle dei lavoratori, mentre secondo noi la soluzione è semplice: la Regione deve ultimare i pagamenti e gli alloggi devono tornare ai legittimi occupanti che ne hanno diritto per concorso. Siamo difronte al solito guazzabuglio all’italiana. Ma 37 famiglie non possono trovarsi per strada a causa della negligenza altrui. Non lasceranno quelle case”.
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