Time-Out: otto arresti per associazione per delinquere di stampo mafioso. VIDEO
Duro colpo agli Scalisi, operanti in territorio di Adrano e alleati della famiglia catanese Laudani.
Da detenuto continuava a mantenere la leadership dell’associazione di stampo mafioso, che gestiva dettando dal carcere le disposizioni per mantenere il controllo delle attività illecite nel comprensorio adranita.
Si tratta del il boss Giuseppe Scarvaglieri, classe 1968, conosciuto come “Pippu ‘u zoppu”, che visto che le indagini avevano coinvolto direttamente anche la madre Carmela Scalisi, il fratello Antonio Scarvaglieri, ed altri congiunti, nonché i soggetti più rappresentativi della sua consorteria criminale – aveva maturato un cambio di strategia, preferendo mantenere defilati dalla gestione del sodalizio i propri familiari.
Aveva quindi designato come responsabile operativo Giuseppe Santangelo, deceduto per cause naturali il 20.8.2014, che in attesa della scarcerazione, godeva dell’appoggio di altri soggetti tra cui Gaetano Di Marco ‘figlioccio’ di Scarvaglieri, che divenne il referente del gruppo.
Le indagini, avviate nel maggio 2011 e conclusesi nell’aprile 2012, hanno permesso di monitorare le dinamiche interne alla cosca – che aveva subito un duro colpo a seguito dell’operazione di Polizia “Terra Bruciata”, condotta il 29 aprile 2009 dagli ufficiali di Polizia, in esecuzione a due distinti provvedimenti di fermo di indiziato di delitto, emessi dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catania, nei confronti rispettivamente di 12 affiliati del clan Santangelo e di 15 affiliati del clan Scalisi.
Le risultanze investigative hanno evidenziato lo stato di fibrillazione presente in seno al gruppo, dovuto proprio all’assenza momentanea di un leader all’altezza di reggerne le fila, motivo per il quale la stessa famiglia Laudani di Catania era direttamente intervenuta affiancando al Di Marco un proprio referente.
Nel corso delle indagini è stato individuato un tentativo di estorsione in danno di un imprenditore impegnato nei lavori di risistemazione della S.P. 231, il quale aveva subito il danneggiamento di un mezzo meccanico di proprietà dell’azienda, in relazione al quale in data 28 dicembre 2011 erano stati tratti in arresto, in flagranza di reato, Davide Di Marco e Massimo Di Guardia.
All’alba di oggi, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, la Polizia di Stato ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa lo scorso 9 luglio dal G.I.P. del Tribunale di Catania, nei confronti dell’organizzazione mafiosa Scalisi, operante in territorio di Adrano, alleata della famiglia catanese Laudani. Nello specifico si tratta di:
Giuseppe Scarvaglieri, (cl.1968), inteso “Pippu ‘u zoppu”, pregiudicato, già detenuto per altra causa;
Pietro Maccarrone, (cl.1969), inteso “Fantozzi”, pregiudicato, Sorvegliato Speciale di P.S., attuale reggente della cosca,;
Francesco Coco, (cl.1977), inteso “Ciccio mafia ”, pregiudicato, già detenuto per altra causa; Alfio Di Primo, (cl.1967), inteso “Pisciavino”, pregiudicato, già detenuto per altra causa; Pietro Severino, (cl.1957), inteso “ ‘u Trummutu”, pregiudicato, già detenuto per altra causa; Gaetano Di Marco, (cl.1962), inteso “Caliddu”, pregiudicato, tutti elementi di rango apicale del gruppo;
Massimo Di Guardia, (cl.1986), pregiudicato, già detenuto per altra causa;
Davide Di Marco, (cl.1987), pregiudicato, già detenuto per altra causa;
ritenuti tutti responsabili del reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, con l’aggravante di essere l’associazione armata, e Gaetano Di Marco anche di tentata estorsione.
Tra i destinatari della misura figurano Pietro Maccarrone, attuale reggente della cosca, ed altri quali Pietro Severino e Francesco Coco, nonché Gaetano Di Marco e Alfio Di Primo.
L’operazione è stata denominata “Time-Out”, è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia ed eseguita dalla Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata e dal Commissariato di P.S. di Adrano.
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