Timpa: esposto alla Corte dei Conti per salvare i fondali.
Continua la battaglia di Legambiente per contrastare la decisione del Comune di Acireale di realizzare una barriera soffolta in prossimità del borgo marinaro di Santa Maria La Scala.
Dopo l’esposto presentato lo scorso settembre alla Procura della Repubblica di Catania, continua la battaglia di Legambiente per contrastare la decisione del Comune di Acireale di realizzare una barriera soffolta nei fondali di Grotta delle Colombe, in prossimità del borgo marinaro di Santa Maria La Scala.
Ultimamente è stata presentata un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, sono intervenuti pareri tecnici e scientifici di studiosi, i pescatori di Santa Maria La Scala hanno manifestato il loro dissenso.
Ora Legambiente ha deciso di ricorrere anche alla Corte dei Conti, evidenziando lo spreco di denaro pubblico associato alla barriera soffolta progettata.
“Non solo, infatti – sostiene l’associazione – l’opera è tecnicamente inappropriata, inutile e inefficace a rimuovere il processo di erosione per la quale è stata “genialmente” ideata dai funzionari del Comune di Acireale, ma risulta assurda la stessa idea di voler rimuovere, con l’impiego di soldi pubblici, il naturale processo di erosione di una costa rocciosa basaltica. “
“Tale spreco economico – continua la nota – appare tanto più inaccettabile se si considerano i gravissimi danni ambientali che l’opera cagionerebbe qualora fosse realizzata.”
Legambiente ha inoltre voluto ribadire gli incalcolabili danni che la realizzazione dell’opera porterebbe ai basalti colonnari sommersi: “Di queste formazioni geologiche è stata evidenziata, in particolare, l’estrema rarità in tutto il bacino del Mediterraneo, soprattutto in ambiente marino. E in relazione ai vicini basalti colonnari dei faraglioni di Aci Trezza, è stato osservato che quelli di Grotta delle Colombe sono affioramenti di lave a colonne sub-verticali costituenti prodotti eruttati da apparati fissurali, periferici rispetto all’area in cui si formò l’apparato centrale etneo. Si tratta quindi di basalti colonnari dalla genesi diversa da quelli di Aci Trezza, costituiti invece da corpi magmatici raffreddatisi all’interno della crosta terrestre. E considerando tale aspetto, la barriera soffolta seppellirebbe formazioni geologiche che possono essere considerate uniche e di eccezionale bellezza e spettacolarità.”
“Se la barriera soffolta fosse realizzata – conclude Legambiente – seppellendo questi tesori naturali sommersi, i funzionari che l’hanno voluta e continuano a volerla, sarebbero ricordati per sempre come responsabili di un deplorevole scempio. L’augurio di tutti coloro che sono sensibili e rispettosi degli ambienti naturali e che ritengono scontato doverli conservare per le future generazioni è che ciò non avvenga.”
Ultimamente è stata presentata un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, sono intervenuti pareri tecnici e scientifici di studiosi, i pescatori di Santa Maria La Scala hanno manifestato il loro dissenso.
Ora Legambiente ha deciso di ricorrere anche alla Corte dei Conti, evidenziando lo spreco di denaro pubblico associato alla barriera soffolta progettata.
“Non solo, infatti – sostiene l’associazione – l’opera è tecnicamente inappropriata, inutile e inefficace a rimuovere il processo di erosione per la quale è stata “genialmente” ideata dai funzionari del Comune di Acireale, ma risulta assurda la stessa idea di voler rimuovere, con l’impiego di soldi pubblici, il naturale processo di erosione di una costa rocciosa basaltica. “
“Tale spreco economico – continua la nota – appare tanto più inaccettabile se si considerano i gravissimi danni ambientali che l’opera cagionerebbe qualora fosse realizzata.”
Legambiente ha inoltre voluto ribadire gli incalcolabili danni che la realizzazione dell’opera porterebbe ai basalti colonnari sommersi: “Di queste formazioni geologiche è stata evidenziata, in particolare, l’estrema rarità in tutto il bacino del Mediterraneo, soprattutto in ambiente marino. E in relazione ai vicini basalti colonnari dei faraglioni di Aci Trezza, è stato osservato che quelli di Grotta delle Colombe sono affioramenti di lave a colonne sub-verticali costituenti prodotti eruttati da apparati fissurali, periferici rispetto all’area in cui si formò l’apparato centrale etneo. Si tratta quindi di basalti colonnari dalla genesi diversa da quelli di Aci Trezza, costituiti invece da corpi magmatici raffreddatisi all’interno della crosta terrestre. E considerando tale aspetto, la barriera soffolta seppellirebbe formazioni geologiche che possono essere considerate uniche e di eccezionale bellezza e spettacolarità.”
“Se la barriera soffolta fosse realizzata – conclude Legambiente – seppellendo questi tesori naturali sommersi, i funzionari che l’hanno voluta e continuano a volerla, sarebbero ricordati per sempre come responsabili di un deplorevole scempio. L’augurio di tutti coloro che sono sensibili e rispettosi degli ambienti naturali e che ritengono scontato doverli conservare per le future generazioni è che ciò non avvenga.”
Foto di Legambiente
- Posted by Redazione
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