Fondi europei: Ursino, la Sicilia parte male.
Il facilitatore del Tavolo per le imprese di Catania, è preoccupato per il futuro dei Fondi Strutturali europei 2014-2020.
“La Regione Siciliana non ha ancora trasmesso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri la programmazione sui Fondi 2014-2020 da inoltrare all’Unione Europea. Bisogna “evitare ritardi ingiustificabili”, ha scritto il sottosegretario Delrio al presidente Rosario Crocetta, “ma il ritardo della burocrazia e della politica è già ingiustificabile – sottolinea Giuseppe Ursino, facilitatore del Tavolo per le imprese di Catania, un’aggregazione di imprenditori -. La documentazione andava presentata entro il 22 maggio, data prevista da tempo, per cui questo ritardo non è accettabile ed è un brutto segnale”.
– L’Europa corre, l’Italia passeggia: e la Sicilia?
“La lentezza delle istituzioni aumenta il distacco con il resto del Paese e con le altre nazioni europee. In più è anche preoccupante sentire le voci che preannunciano che il Dipartimento alla Programmazione inoltrerà le sue scelte sui fondi europei alla Giunta Crocetta che dovrà approvarle individuando undici obiettivi con una specifica attenzione ai collegamenti ferroviari dell’area centro-occidentale dell’Isola, senza alcun confronto col territorio, senza trasparenza nelle scelte prese. A quali interessi rispondono questi funzionari?”.
– La sua è una bocciatura?
“Non faccio il professore e quindi non boccio o promuovo nessuno, dico però che la Giunta Regionale non ha avuto un confronto pubblico, con gli attori del territorio. Non c’è stata una discussione aperta sulle scelte strategiche dei prosismi anni e quindi il rischio concreto è di replicare la programmazione del passato fatta do copia e incolla, errori grossolani, interessi campanlistici o lobbistici”.
– Lei cosa proporrebbe?
“Propongo due parole: trasparenza e confronto. Abbiamo capito come imprenditori e cittadini che la delega in bianco non ha funzionato e non funzionerà e quindi non accetteremo silenti l’ennesimo flop, mentre le aziende chiudono e i giovani emigrano. Come Tavolo per le imprese ci siamo occupati già in diverse occasioni di porti e aeroporti e la nostra logica è di fare in maniera ragionata sistema, creando reti infrastrutturali che possano far da volano a sviluppo vero e non assistenzialismo. Continuiamo ad aspettare in Sicilia quel cambio di passo che Renzi ha dato al governo nazionale”.
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