Pista ciclabile: parola agli attivisti, “È una grande conquista”
Sui lavori al lungomare la città sembra spaccata. Chi parla di spese eccessive per realizzarla e di opera insicura e dal colore inaccettabile, chi invece spiega: le bici, oltre a rendere la città un luogo più vivibile, meno inquinato e a misura di persona, sono il fulcro di una economia virtuosa, che può creare risparmio, ricchezza e lavoro.
di Elisa Catanzaro
Proseguono i lavori al lungomare per il completamento dell’opera. Su parte della pista sono stati già posizionati i cordoli ed è stata dipinta di azzurro. Una scelta questa, assieme ad altri dettagli di realizzazione dell’opera, che ha scatenato le polemiche e le ironie delle rete. Ma c’è chi, come i cicloattivisti che da tempo ne chiedevano la realizzazione, ribadisce la necessità di non affrettarsi a dare giudizi senza averne le competenze e prima di vedere l’opera finita. Di seguito le nostre domande a Amedeo Paladino, Annamaria Pace e Viola Sorbello, componenti dell’associazione “Mobilità sostenibile Catania”.
D- Pista ciclabile argomento del momento. Quale il vostro giudizio complessivo sulla realizzazione dell’opera da voi tanto a lungo caldeggiata?
R – È da più di due anni che il nostro gruppo di attivisti fa pressing sull’amministrazione comunale per ottenere che la città si metta al passo con l’Europa in materia di mobilità sostenibile e ciclistica. Abbiamo ottenuto il Lungomare liberato, alcune pedonalizzazioni, le bici sulla metropolitana ecc…questa della pista ciclabile è una grande conquista per noi e per la città di Catania. Ne siamo orgogliosi e felici. Il nostro giudizio complessivo non può che essere positivo.
D- La pista in alcuni tratti è promiscua. La commistione tra pedoni, bici e bus credete che creerà problemi?
R – Non intendiamo entrare nel merito della valutazione tecnica sulla realizzazione e sulle tecniche di costruzione della pista ciclabile: siamo attivisti della mobilità sostenibile non siamo ingegneri, non siamo tecnici. Cogliamo l’occasione per stigmatizzare il comportamento dei catanesi che in questi giorni, non aspettando neanche la conclusione dei lavori, esprimono giudizi senza alcuna competenza. Da parte nostra abbiamo avuto l’accortezza di interpellare l’ing. Inturri, esperto lui sì della materia, pregandolo di esprimere il proprio parere sul progetto, cosa che lo stesso ha generosamente effettuato. Possiamo fidarci di lui se, a lavori ultimati e collaudo effettuato, valuterà la pista sicura ed a norma di legge.
D- Il colore azzurro intenso ha suscitato soprattutto sui social non poche reazioni negative. Voi cosa ne pensate?
R – Anche sul colore rispondiamo allo stesso modo. Sappiamo comunque che i colori hanno un significato preciso che ha a che fare con la sicurezza e che in altre città è spesso adottata la medesima tonalità.
D- Su un articolo pubblicato ieri su Live Sicilia un ciclista la definisce insicura (per i cordoli in cemento) e poco utile (non arriva da nessuna parte) cosa rispondete?
R – Rispondiamo che il singolo ciclista o meglio il singolo cittadino che usa la bici per spostarsi in città rappresenta solo se stesso e non il pensiero di tutti gli utenti futuri della pista ciciclabile. Sta di fatto che, verosimilmente, attraversare il lungomare con la pista sarà meno pericoloso di un tempo in cui le auto sfrecciavano a velocità sostenute e che è stato teatro di gravissimi incidenti, anche mortali. A questo proposito accogliamo con favore la decisione del Comune, da noi sollecitata, di abbassare la velocità a trenta chilometri orari nella zona: decisione anche questa che avvicina la città di Catania all’Europa dove le zone cd. “trenta” sono ormai diffusissime e prevalenti rispetto al limite di legge di 50 Km/h. L’osservazione sollevata che la pista non arrivi da nessuna parte dimostra quanto le critiche siano spesso oziose posto che non si può immaginare di creare una rete ciclabile in un solo momento e tutte contemporaneamente! Ovviamente ci auguriamo che questo sia il primo importante passo per ragionare su un piano ciclabile complessivo che riguardi tutta la città. A questo proposito è in discussione presso la giunta comunale una nostra proposta di estendere la ciclabilità a tutte le corsie preferenziali degli autobus che si aggiungerebbero a quelle già preesistenti largamente utilizzate dai ciclisti. La critica non tiene poi conto del fatto che la pista ciclabile si collegherà a quella promiscua con i bus del Corso Italia e che una quota di automobilisti potrebbe scegliere di usare la bici per entrare in città e raggiungere il centro storico. Il chè centrerebbe l’obiettivo di ogni pista ciclabile ossia abbassare il numero delle automobili nei centri urbani.
D- Nello stesso articolo si parla addirittura di boicottare la pista non utilizzandola. È un atteggiamento condivisibile?
R – No comment.
D- E sulla mancata realizzazione del tratto della Playa qual è la vostra posizione?
R – Ovviamente ci auguriamo che le critiche dei catanesi non siano così imponenti da incidere sul coraggio dell’amministrazione comunale nella prosecuzione del lavoro iniziato che dovrebbe consistere nel connettere il porto con la già esistente pista della Playa. Sarebbe grandioso se i catanesi si convincessero ad usare anche la bicicletta per andare al mare.
D- Cosa rispondete a chi dice che la pista ciclabile è un capriccio di pochi e che ci sono altre priorità per la città?
R – La città ha bisogno di molto è vero. Ma moltissime di quelle risposte che i cittadini cercano possono essere date da una rivoluzione della mobiltà. Non riconoscere questa come priorità significa non guardare ai riflessi positivi che la mobilità nuova sta producendo nelle economie delle altre città. Qui si tratta di convertire una economia antiquata ed obsoleta in una economia moderna. Chi critica le piste ciclabili non conosce l’esistenza della “bikeconomics”, ossia l’economia che ruota attorno alla bicicletta. I dati Ecf (European Cyclists’ Federation) hanno dimostrato come la bicicletta, oltre a rendere la città un luogo più vivibile, meno inquinato e a misura di persona, rappresenta il fulcro di una economia virtuosa, efficiente e in costante ascesa, che può creare risparmio, ricchezza e lavoro. Nel nostro piccolo il Lungomare Liberato ha provocato la nascita di numerosi centri di noleggio e vendita di bici in città, ha certamente, e smentendo clamorosamente i timori dei commercianti del lungomare, fatto aumentare i loro profitti almeno nelle domeniche di chiusura al traffico.
D- Cos’altro è necessario per una città più a misura di chi utilizza le due ruote?
R – Per una città più a misura delle due ruote occorre una maggiore informazione dei catanesi su quanto sta accadendo nel mondo a proposito della mobilità ed una maggiore disponibiltà al cambiamento. Se ci fossero questi due ingredienti la città, svuotata dalle auto e dal traffico caotico, diverrebbe meno degradata, più vivibile e la conseguente crescita del turismo potrebbe abbassare di molto il Gap di disoccupazione e arretratezza della nostra città rispetto alle altre città europee.
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