Giornalismo: crisi e nuove professionalità.
Gestione avanzata dei social network, programmazione web, esperienza in cultura digitale, acquisizione continua di nuove abilità tecnologiche.
È il ritratto del giornalista del futuro, perlomeno in Italia, ma negli Stati Uniti, in Inghilterra, o in Germania è già questo il profilo di chi per lavoro si occupa di informazione.
Anche la redazione tradizionale, con una “catena di produzione” delle notizie sempre uguale e sedi come quelle delle grandi fabbriche, è destinata a scomparire.
È questa per grandi linee la sintesi dell’incontro sul tema “Giornalismo tra crisi e nuove professionalità – appunti da Perugia”, organizzato dall’Assostampa di Catania sulle ultime novità internazionali legate alla professione; trasformazioni emerse in occasione del recente Festival del giornalismo di Perugia.
A parlarne, la giornalista Rosa Maria Di Natale, introdotta da Daniele Lo Porto, segretario provinciale dell’Assostampa. La professionista ha fornito ai colleghi, e a studenti della facoltà di Scienze della comunicazione, un ampio e dettagliato resoconto di quanto discusso a fine Aprile a Perugia, oramai considerata dai giornalisti europei, la “città del giornalismo del futuro”.
Un appuntamento annuale, giunto alla sua settima edizione e consolidata occasione di analisi a tutto tondo, sulle dinamiche internazionali dell’informazione, e i riflessi su ciò che sarà il giornalismo in Italia, in termini di formazione professionale e di modelli di business, ancora lontani dall’aver trovato nuove forme di ricavi sicuri.
La Di Natale a Perugia ha tenuto un workshop sul mobile journalism per conto dell’Ona, l’On line news Association, e in particolare ha segnalato l’atteso intervento di Emily Bell, già responsabile del segmento digitale al Guardian, ora direttrice del Tow Center alla Columbia University, e autrice del dossier “Post industrial journalism”. Ne è uscito fuori uno scenario piuttosto impegnativo per i giornalisti, dove a salvare le grandi aziende non ci sarà più la pubblicità. A sopravvivere sarà appunto il professionista iper specializzato, lontano dal modello del “cronista tuttologo”, che ha oramai perso il ruolo di “custode unioi” delle notizie, e che sempre più spazio dà a Twitter e Facebook, ormai fonti di notizie, Iperlocali o nazionali, alimentate più dai cittadini che dai giornalisti stessi.
Alla relazione è seguito il dibattito con la partecipazione di Luigi Ronsisvalle, vice segretario nazionale della Federazione della stampa, di Alberto Cicero, segretario regionale dell’Assostampa, di Piero Maenza, già responsabile della sede Rai di Catania, di Graziella Nicolosi e di alcuni giovani aspiranti giornalisti.
Nella foto Rosa Maria Di Natale e Daniele Lo Porto.
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