Violenze domestiche: ventiduenne picchia la compagna incinta con calci e pugni
La donna, che ha formalizzato querela contro il compagno, è stata giudicata guaribile in 10 giorni.
Una donna, al sesto mese di gravidanza, è stata trovata nella propria abitazione dagli uomini della Squadra Volanti della Polizia, con evidenti ecchimosi ed escoriazioni sul volto e corpo.
I poliziotti sono intervenuti a seguito di una segnalazione, giunta al 112NUE, nella quale si riferiva di una lite in famiglia. La donna, all’arrivo dei poliziotti nell’appartamento, al cui interno si trovavano l’uomo, sua madre e sua sorella, ha riferito di essere stata presa a calci e pugni dal suo compagno per futili motivi.
A quel punto R. J., classe 1995, pluripregiudicato, è andato in escandescenze e, nonostante la presenza degli uomini della Volante, ha minacciato di morte la compagna e i parenti presenti.
Inoltre, dopo aver distrutto alcuni suppellettili ha tentato di aggredire nuovamente la donna: a questo punto sono intervenuti i poliziotti, cercando di bloccare il giovane il quale, tuttavia, si è scagliato contro uno di essi, colpendolo con calci e pugni.
Alla donna sono state subito prestate le prime cure mediche ed è stata accompagnata in ospedale, dove è stata giudicata guaribile in dieci giorni, salvo complicazioni.
Subito dopo è stata accompagnata presso l’Ufficio Denunce della Questura dove nel formalizzare la querela contro il compagno, ha riferito di essere vittima già da tempo di aggressioni e comportamenti violenti, dovuti a futili motivi, a immotivate gelosie e all’uso di sostanze stupefacenti, da parte dell’uomo, mai però querelato prima. Inoltre la donna ha riferito che il compagno le aveva proibito di uscire di casa senza il suo permesso, di non usare trucchi e pretendeva che si vestisse con abiti castigati.
Quanto riferito è stato poi confermato ai poliziotti dalla madre e dalla sorella dell’arrestato.
Il P.M. di turno ha quindi disposto di rinchiudere l’uomo presso la Casa Circondariale di piazza Lanza in attesa della convalida del G.I.P.
Dovrà rispondere dei reati di maltrattamenti in famiglia, lesioni e resistenza a Pubblico Ufficiale.