Elezioni regionali: le reazioni e i commenti durante lo spoglio
Elezioni regionali Sicilia reazioni. Le dichiarazioni dei protagonisti e dei sostenitori politici alla poltrona di governatore.
Qui i commenti dei candidati alla Presidenza
14:06 Giorgia Meloni su Sky Tg 24
Il risultato di queste votazioni porta a tutti alla responsabilità. Il voto siciliano rappresenta un antipasto delle votazioni nazionali. Se non perdiamo la bussola e non facciamo prevalere gli interessi del partito, ma si ragiona su una proposta che sia credibile e rappresentata da persone specchiate, oneste e anche di esperienza, noi possiamo risollevare questa terra. Il nostro obiettivo, non è vincere le elezioni, ma ben governare. Per fare ciò devi avere un programma chiaro con delle convergenze di tutti e lavorare per la sua realizzazione.
La Meloni sulla rinuncia da parte di Di Maio al confronto televisivo, già programmato con Renzi, ha dichiarato che “I 5 stelle scappano sempre, se vuole Di Maio, posso andare io”.
12:47 Matteo Renzi risponde a Di Maio su Facebook
Luigi Di Maio mi ha sfidato a un confronto televisivo. Ha scelto la data, dopo il 5 novembre. Ha scelto la rete TV, La7. Ha scelto il conduttore, Floris. Ha fatto tutto lui.
Io ho semplicemente accettato perché Di Maio è il leader del Movimento 5 stelle che in tutti i sondaggi se la batte con il Pd per il primo posto nel proporzionale. E siccome due milioni di italiani mi hanno chiesto sei mesi fa di guidare il Pd, ho pensato fosse un gesto di rispetto accettare un confronto pubblico e trasparente davanti agli italiani. Mi sembra un modo giusto e onesto di far politica.
Oggi Di Maio scappa. Di Maio potrebbe essere il nuovo presidente del consiglio, se vinceranno loro. Mi spiace per i miei figli pensare che gli italiani rischino di essere guidati da un leader che è senza coraggio. Che ha paura di confrontarsi. Che inventa scuse ridicole.
Chi è il leader del Pd lo decidono le primarie. Avevo preso l’impegno con Giovanni Floris di partecipare a questa trasmissione. Io ci sarò, lo stesso.
E risponderemo su tutto, dalla Sicilia alle tasse, dai vaccini alle banche, dall’economia alla politica estera. So di giocare in trasferta.
Se un leader che vuole governare l’Italia con queste sfide ha paura di uno studio televisivo, semplicemente non è un leader.
A domani, alle 21.30, su La7: se Di Maio ha un sussulto di dignità lo aspettiamo in studio. Altrimenti faremo con i giornalisti.
12:15 Lorenzo Presgliasco su Sky Tg24
L’ afflusso di dati, anche se lento sembra essere a favore al centro-destra. A Palermo città, a un quarto dello spoglio, in una zona che pesa a livello regionale, mi sarei atteso un valore più positivo per Micari, palermitano che è sostenuto dal Orlando, e nono mi aspettavo questo vantaggio di Musumeci su Cancelleri. Solo sui dati definitivi e con i dati di lista si può fare simulazione sulle elezioni nazionali. Se i dati sono questi, tendenzialmente la maggioranza dovrebbe andare al centrodestra. Il voto di Enna, tendenzialmente rossa, mostra che il centro-sinistra è molto indietro, e parecchi voti sono confluiti verso il M5S.
11:35 Luigi Di Maio M5S sulla sua pagina Facebbok
Sono ancora in Sicilia, qui anche oggi splende il sole e vorrei fare alcune considerazioni sulle due votazioni di ieri. Ad Ostia ci siamo confermati la prima forza politica con il 30%. In Sicilia abbiamo quasi triplicato il Pd e doppiato forza Italia. Sono insieme a Giancarlo e stiamo seguendo lo spoglio: il risultato sarà incerto fino all’ultimo seggio scrutinato. Possiamo farcela, ma lo sapremo solo alla chiusura dei seggi.
Siamo la prima forza politica del Paese e abbiamo tenuto testa alla grande all’accozzaglia del centrodestra e superato ampiamente quella che sarebbe formata da centro sinistra e sinistra che secondo le proiezioni attuali, insieme, sarebbero attorno al 25%. Noi da soli siamo ben oltre il 30%. Come vi dicevo qualche giorno fa, a neutralizzare il Rosatellum sarà il voto dei cittadini e in Sicilia l’abbiamo già fatto. Possono andare contro la Costituzione, ma non possono andare contro il voto dei cittadini. Siamo l’unica vera grande forza politica del Paese.
Il Pd è politicamente defunto. A quello che leggo oggi sui giornali in interviste di esponenti Pd, non sappiamo neanche se Renzi sarà il candidato premier del centro sinistra. Anzi, secondo le ultime indiscrezioni riportate dai media, a breve ci sarà una direzione del Pd dove il suo ruolo sarà messo in discussione. Il nostro competitor non è più Renzi o il Pd. Combattiamo contro l’indifferenza che genera l’astensione.
Avevo chiesto il confronto con Renzi qualche giorno fa, quando lui era il candidato premier di quella parte politica. Il terremoto del voto in Sicilia ha completamente cambiato questa prospettiva. Mi confronterò con la persona che sarà indicata come candidato premier da quel partito o quella coalizione.
Da domani sono al lavoro per portare il MoVimento 5 Stelle tra quattro mesi davanti al Presidente della Repubblica per ricevere l’incarico di Governo. Questo fine settimana vado a Washington per incontri al Congresso e al Dipartimento di Stato. Siate orgogliosi di quello che abbiamo fatto. Siamo il primo Movimento d’Europa e se alle regionali e alle comunali abbiamo oltre il 30% possiamo arrivare ben oltre alle politiche.
Adesso incrociamo le dita e aspettiamo il nome del Presidente della Regione Siciliana.
10:15 Raffaele Stancanelli ex sindaco di Catania su Sky tg24
Gli exitpoll non sono voti reali, sono lavori fatto dagli istituti demoscopici, che hanno intervistato all’uscita delle urne 4110 elettori di tutta la Sicilia, rispetto ai due milioni e duecento circa che hanno votato. Cauto ottimismo per la vittoria di Nello Musumeci in attesa dei dati reali. Le prime proiezioni ci danno in vantaggio per circa 2 punti, ma anche questi con il 10% dei voti scrutinati non sono voti reali.
La lezione è che c’è stato e c’è un grande malessere nell’opinione pubblica siciliana, rappresentata dal 53% di astensione, che nessuno è stato in grado di intercettare.
Una seconda considerazione è che molta protesta si è concentrata sul voto al M5S, che rappresentano un punto di riferimento, per coloro i quali non ne possono più.
Una terza considerazione è che i partiti devono capire che non si può sfidare l’elettorato e l’opinione pubblica. Purtroppo qualcuno ancora non lo capisce.