Università: inaugurato il ciclo “Diritto, rappresentazione e memoria”.
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Oggi pomeriggio, nell’aula magna del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, è stato proiettato il docu-film “Fresia”. I prossimi appuntamenti sono previsti per il 12 aprile alle 10:00 e il 22 maggio alle 16:00, rispettivamente con il film inchiesta “Schiavi” e il documentario “Mare chiuso”.
Fresia è un documentario che racconta la storia di Fresia, una donna cilena che ha dedicato la sua vita alla ricerca del marito, Omar Venturelli, un uomo di origini italiane scomparso in Cile nel 1973, poco dopo il colpo di Stato del generale Augusto Pinochet. Fresia ha lottato con tutte le sue forze per ottenere verità e giustizia, riuscendo dopo trentasei anni a trovarsi faccia a faccia in un tribunale italiano con Alfonso Podlech, il militare ritenuto responsabile delle torture e della morte di suo marito Omar. Il film, girato tra l’Italia e il Cile, documenta i tre anni del processo avviato a Roma in seguito all’arresto e alla successiva estradizione di Podlech. La narrazione si sviluppa attraverso il lavoro dell’avvocato Marta Vignola che con Fresia consolida un rapporto umano iniziato dieci anni prima nella città cilena di Temuco. Interverranno all’incontro: Corrado Punzi, il regista, Marta Vignola, avvocato, Carlo Pennisi e Fabrizio Sciacca, docenti del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali di Catania.
Schiavi è un film inchiesta di Stefano Mencherini patrocinato dal Ministero per l’Integrazione e coprodotto da Cgil-Flai e Lessonlus, in collaborazione con Effat (Federazione europea dei sindacati Alimentazione, agricoltura e turismo) e Regione Puglia, per ‘denunciare’ le politiche sull’immigrazione condotte fino ad ora in Italia, raccontando di un’Europa che di fronte a questo dramma ha preferito voltare la testa. Il film raccoglie anche testimonianze sull’unico processo aperto in Europa con accuse di riduzione in schiavitù verso datori di lavoro e caporali (processo che è in corso a Lecce) e lancia un appello affinché si possano tutelare collegialmente diritti umani e civili dei migranti attraverso legislazioni, anche europee, non meramente repressive che fino ad oggi hanno soltanto contribuito ad alimentare lutti ed inaccettabili pratiche di sfruttamento.
Mare chiuso è il documentario di Stefano Liberti e Andrea Segre che racconta quanto accaduto fra la primavera del 2009 e l’estate del 2010, quando più di duemila migranti africani sono stati intercettati nelle acque del Mediterraneo e respinti in Libia dalle forze dell’ordine italiane, a seguito degli accordi intercorsi tra Gheddafi e Berlusconi. Le imbarcazioni provenienti dalla costa africana venivano ricondotte in territorio libico e i migranti consegnati nelle mani della polizia locale, che ha esercitato varie forme di violenza destinando tutti i clandestini alla detenzione. L’inchiesta nasce all’interno delle iniziative di ZaLab che produce laboratori di video partecipativo e documentari in contesti interculturali e in situazioni di marginalità geografica e sociale. Interverranno all’incontro: Stefano Liberti e Andrea Segre, i registi; Gabriele Del Grande, fondatore di Fortress Europe, Osservatorio sulle vittime della frontiera; Gino Rotella, componente della segreteria nazionale di Cgil-Flai; Mariano Longo, docente del Dipartimento di Storia, Società e Studi sull’Uomo di Lecce e Carlo Colloca, docente del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali di Catania.
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