L’Associazione ambientalista denuncia il rischio per i fondali della zona a causa di un progetto di realizzazione di “barriera soffolta”.

Un’opera inutile e che rischia di devastare uno dei più bei fondali della costa ionica etnea. Legambiente Catania e Acireale hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Catania, chiedendo di individuare l’eventuale sussistenza di condotte penalmente rilevanti, relativamente al progetto di barriera soffolta nella Timpa di Acireale.

La Giunta Municipale del Comune jonico, infatti con delibera 93 dello scorso 8 settembre ha approvato la realizzazione del particolare tipo di barriera sottomarina nello specchio di mare antistante Grotta delle Colombe, che ricorda l’associazione ambientalista, “è caratterizzato dalla presenza di spettacolari basalti colonnari, anche sommersi, e da un fondale tra i più belli e scientificamente più interessanti di tutta la costa ionica etnea”.

La realizzazione della barriera fa parte di un progetto complessivo che Legambiente definisce “devastante” e che, ricorda ancora l’associazione ambientalista, nelle intenzioni dell’Amministrazione avrebbe dovuto ‘rimuovere’ l’erosione costiera ma ha invece prodotto tra il 2008 e il 2009 proprio nelle aree di massima protezione della riserva naturale “la posa di spropositate e sovradimensionate reti metalliche, la totale e radicale distruzione della fitta vegetazione a macchia mediterranea inizialmente presente, nonché il disgaggio di rocce e lo scivolamento di suolo, determinando un processo erosivo che, in relazione ai tempi di erosione naturale della Timpa, avrebbe richiesto secoli”.

La barriera soffolta, spiega l’associazione “appare altrettanto devastante dei precedenti e già realizzati interventi a terra, perché è tecnicamente inutile e perché, in ogni caso, appare assurdo volere “rimuovere” il naturale processo di erosione di una costa rocciosa basaltica”.

Quest’opera prosegue Legambiente “seppellirebbe per sempre i sottostanti basalti colonnari sommersi, che per la loro rarità nel bacino del Mediterraneo, non meriterebbero di subire una simile violenza”.

Ma soprattutto la barriera sconvolgerebbe la bellezza e l’ecosistema dei fondali “che verrebbero stravolti da un’innaturale muraglia artificiale che penalizzerebbe fortemente anche la fruizione turistica e interdirebbe la navigazione nell’area ai piccoli pescatori locali.