Asili: dal 1° gennaio aumento delle rette. Cbc “Si revochi la delibera”
Aumento del 40% in più per chi è senza reddito. “Il Comune faccia cassa con chi i soldi ce li ha e non danneggiando chi non arriva alla fine del mese” chiede il movimento.
È contenuto nella Delibera 146 del 2 novembre 2018 l’aumento delle le tariffe degli asili nido comunali a far data dal primo gennaio 2019.
Una decisione contro la quale si scaglia Catania Bene Comune.
“Non è bastata la chiusura di 6 asili nido su 15 avvenuta durante l’amministrazione Bianco e nemmeno la riduzione dei posti disponibili dai 550 del 2013 ai soli 360 del 2018 – scrive il movimento politico in una nota -. Non è bastato neanche lo spropositato aumento delle rette voluto dalla precedente amministrazione. Adesso anche il Sindaco Pogliese decide di fare cassa sulla pelle delle famiglie catanesi che mandano i propri figli negli asili nido comunali”.
Però l’aumento delle rette – sottolinea Catania Bene Comune -, potrebbe essere evitato se la Regione Sicilia erogasse, entro il 31 dicembre, un finanziamento di 250 mila euro al Comune di Catania nell’ambito del piano per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio-educativi per la prima infanzia.
La delibera
In caso contrario le rette per la mezza giornata in asilo, per chi ha un reddito da 0 a 12 mila euro passeranno da 45 euro a 75 euro, con un aumento del 40%. Per chi ha un reddito fino a 17 mila 500 euro, dagli attuali 60 euro mensili si arriverà a 90 euro. Per chi ha un reddito fino a 38 mila euro si andrà da 150 a 200 euro. Per i redditi fino a 45 mila euro si passerà dai 228 euro ai 308 euro. Per chi ha un reddito superiore ai 45 mila euro la retta non costerà più 255 euro ma 350 euro. Sostanzialmente invariate invece le tariffe per il tempo lungo: 145 euro per i redditi fino a 12 mila euro, 195 per i redditi fino a 17mila 500 euro, 240 per i redditi fino a 24 mila euro, 285 per i redditi fino a 45 mila euro e 300 euro per i redditi oltre i 45 mila euro.
“Nella rimodulazione – afferma Cbc – c’è persino un paradosso: alcune fasce di reddito si troverebbero a pagare di più per la mezza giornata che per il tempo pieno, per esempio chi ha un reddito superiore ai 45 mila euro pagherebbe di più per la mezza giornata (350 euro) che per il tempo pieno (300 euro)”.
Per il movimento “decidere di innalzare le rette e accettare la riduzione dei posti disponibili, già determinata dalla Giunta Bianco, è un inaccettabile attacco alla città che ha più bisogno. Vincolare l’aumento delle rette all’arrivo di un finanziamento straordinario rappresenta un tentativo maldestro di deresponsabilizzare la Giunta circa una scelta che va comunque evitata, qualsiasi sia l’esito dell’avviso pubblico della Regione”.
Secondo Catania Bene Comune l’amministrazione comunale si trincera dietro a una norma di legge che impone ai comuni in dissesto o in predissesto di prevedere una contribuzione degli utenti del 36% per i servizi a domanda individuale. Ma spiegano gli attivisti il 36% di contribuzione non va obbligatoriamente raggiunto in ciascun servizio ma è necessario che tutti i servizi a domanda individuale complessivamente siano finanziati per il 36% dall’utenza. Quindi esiste la possibilità per l’amministrazione di raggiungere tale risultato attraverso l’aumento delle tariffe per altri servizi e non certo per gli asili nido o le mense scolastiche.
“Sarebbe il caso che il Comune inizi a fare cassa con chi i soldi ce li ha e non danneggiando chi non arriva alla fine del mese – concludono nella nota -. Rivedendo per esempio le tariffe per la gestione dello Stadio Cibali. Catania Bene Comune chiede l’immediata revoca della Delibera di aumento delle tariffe degli asili nido. Manifesteremo anche per questo martedì 13 novembre alle 18,30 in piazza Duomo, angolo via Etnea”.
- Posted by Redazione
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