Migranti: la Rete Antirazzista lancia un appello alla città e ai media.
“Non spegnete i riflettori sulle sempre più frequenti violazioni dei diritti umani dei migranti”, chiedono, e alle associazioni di volontariato “Raccogliete i beni necessari”.
Oltre 170 migranti, fra cui 11 donne e 14 minori, in totale stato di abbandono e incertezza.
Questa la denuncia della rete antirazzista catanese che da giorni lamenta le carenze igieniche e sanitarie al Palaspedini. “Mancano dai medicinali al vestiario (molti sono scalzi), si legge in una nota inviata in redazione, dai prodotti igienici alle comunicazioni ai familiari del loro arrivo in vita, dalle informazioni relative al diritto d’asilo ad un minimo di mediazione culturale per capire dove si trovino”.
I rappresentanti della Rete criticano poi la scelta del primo cittadino di ospitare i migranti nella struttura sportiva. “Il sindaco Bianco, scrivono non perde occasione di dichiarare che Catania sarebbe città dell’accoglienza, ma non riusciamo a capire perchè non si approntino strutture di prima accoglienza più adeguate, come interi ospedali in disuso, mentre le palestre sono la peggiore soluzione e rispondono solo a vergognose logiche segregazioniste (con la stessa logica il governo vorrebbe “accogliere” i migranti nelle caserme, come a Messina), visto che i migranti sono in stragrande maggioranza richiedenti asilo.
Nei giorni scorsi denunciano ancora, circa 50 migranti sono stati fatti salire su un bus per il Cara di Mineo, un passo avanti rispetto alle procedure d’accesso al diritto d’asilo, ma purtroppo ieri sera stessa i migranti sono ritornati al Palaspedini perché la struttura di Mineo ospitava già 5000 presenze. E lo stesso episodio, proseguono si è ripetuto anche ieri.
I migranti non sono oggetti da parcheggiare, ma soggetti umani detentori d’inviolabili diritti, fra cui quello d’asilo, concludono nella nota. “Facciamo appello ai media a non spegnere i riflettori sulle sempre più frequenti violazioni dei diritti umani dei migranti in Sicilia, monitorando non solo lo “spettacolo” dello sbarco, ma l’insieme del percorso della “accoglienza”; invitiamo inoltre l’associazionismo solidale catanese a raccogliere i beni necessari (vestiti,scarpe, prodotti igienici, dizionari) e a supportare la richiesta nelle sedi istituzionali a fornire strutture adeguate non solo alla prima accoglienza.
Bisogna fare in modo che i minori non accompagnati e le donne migranti possano usufruire velocemente di adeguate tutele e gli adulti non finiscano nel business della pseudo accoglienza nel mega Cara di Mineo , ma possano inserirsi in progetti di accoglienza diffusa nei territori e in SPRAR, gestiti da personale qualificato, visto che proliferano strutture interessate solo ai finanziamenti”.
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