Il 5, il 6 e il 7 maggio si preannunciano giorni caldissimi per docenti, allievi e genitori. Tre giorni di scioperi e mobilitazioni contro il ddl sulla #buonascuola. Le interviste a Distefano, Cangemi Adernò.
Non si placano le proteste del mondo della scuola contro la Riforma Renzi.
Dopo i flash mob e le manifestazioni del 23 aprile, che hanno visto coinvolti migliaia di insegnati in tutta Italia, i sindacati si preparano alla prossima grande mobilitazione.
Il 5, 6 e 7 maggio si prospettano infatti giorni molto caldi.
Per il cinque tutte le sigle sindacali hanno proclamato lo sciopero generale per “rivendicare una scuola pubblica, gratuita, non precaria, sicura, autogovernata, democratica, formativa, laica e libera”.
Fra le motivazioni dello sciopero anche la volontà di “riaffermare un nuovo diritto allo studio e la piena gratuità dell’istruzione, rivendicare finanziamenti per la scuola pubblica” e per “investimenti sull’edilizia scolastica, per l’autonomia scolastica e per la riforma dei cicli scolastici”.
Immediata la reazione, spostamento delle prove Invalsi previste nella scuola primaria proprio per il giorno della grande manifestazione, al 6 e 7 maggio. Il risultato è però lo stato di agitazione negli istituti scolastici dove sembra che molti genitori non manderanno i figli a scuola neanche in quelle date.
“Si sta cercando – ci spiega Luca Cangemi insegnante e rappresentante di un coordinamento di docenti e personale Ata – di coinvolgere le famiglie più in generale nella protesta alla riforma. E stanno arrivando tanti segni di vicinanza, ad esempio al liceo Archimede di Acireale i genitori hanno redatto un documento di solidarietà per insegnanti e personale scolastico. Le prove Invalsi – continua Cangemi – sono solo un simbolo in questo caso, hanno in un certo senso preparato il terreno a quella che è poi la riforma della buona scuola”.
Nonostante il supporto di alcuni però sono diversi i genitori che lamentano invece il mancato coinvolgimento sulle effettive motivazioni della protesta e il pesante disservizio che subiranno dovendo inevitabilmente tenere i figli a casa per tre giorni.
Un altro giorno clou poi, ci spiega sempre il docente catanese, sarà poi il 12 maggio, data delle prove Invalsi degli Istituti superiori, con proteste degli studenti che manifesteranno il loro dissenso sia con moblitazioni, sia presentandosi a scuola e rifiutandosi di sottoporsi alle prove. In questo caso il coinvolgimento degli insegnanti sarà parziale e riguarderà i docenti contrari alla tipologia di prova.
Ma quali sono i motivi che porteranno i rappresentanti del mondo della scuola di nuovo in Piazza il 5 maggio? Ne abbiamo parlato con Antonella Distefano, segretario generale Flc Cgil e con il docente Luca Cangemi.
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Non tutti peró sono contro la riforma della #buonascuola di Renzi: un documento proposto da 4 dirigenti scolastici Alessandra Lucci di Ancona, Antonio Fini di La Spezia, Laura Biancato di Vicenza e Salvatore Giuliano di Brindisi, diffuso con l’hashtag #iononsciopero sta facendo discutere sul web.
Abbiamo ascoltato il parere di un dirigente scolastico catanese in pensione, Giuseppe Adernò.
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