Lo showman e cantautore italiano, a Catania per presentare l’ultimo album, parla di come il rapporto con le sette note abbia cambiato la sua vita.
“Mio padre era un dentista e mi ripeteva sempre: “la vuoi finire di andare appresso alla musica?!”. Ho dedicato un tour a questa frase, ma seguendo la musica e non “le estrazioni o le pinze” di papà ho avuto la possibilità di percorrere delle tappe che non avrei mai immaginato di fare nella vita.
Così Renzo Arbore, intervistato da Elisa Guccione, al termine della diretta radiofonica condotta da Roberta Lunghi, racconta di sé e della sua lunga esperienza nel campo musicale donando anche qualche esilarante aneddoto come questo: “La Sicilia mi ha sempre accolto generosamente e durante i miei concerti in giro per l’Italia mostro un cartello che ho trafugato al Teatro Bellini con scritto: “Renzo Arbore è Esaurito. Si prega di non insistere”. (ride)
“E pensare che dovevo fare il dentista”, questo il titolo della sua ultima fatica discografica, è frutto di ricerca di materiale raro ed esclusivo, ma contiene anche degli inediti.
“Certo. Ci sono duetti con Renato Carosone, Lucio Dalla, Rossana Casale ma anche delle canzoni tratte da delle esibizioni particolari come “Nessun dorma”. Tutte le mie influenze musicali sono racchiuse in questo lavoro”.
– C’è una splendida versione di “ ’O Sole Mio” cantata con Ray Charles al Madison Square Garden di New York. Cosa ricorda di quel momento?
“Ray Charles è stato ed è il mio idolo. Ho provato una soddisfazione immensa nell’accompagnarlo nella canzone, non solo italiana, più famosa nel mondo. In questa versione con i mandolini diventa una vera e propria canzone d’amore. Ogni volta che la riascolto e penso a quel momento è difficile non commuovermi”.
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Le foto sono di Vincenzo Musumeci