Pubblicato il: 5 June 2017 alle 11:59 am
Il gozzo ridipinto dall’artista Alice Valenti sarà all’interno della galleria KoArt Unconventional Place.
Una passione sconfinata e una denuncia nei confronti dell’irresponsabilità delle istituzioni riguardo la mancata tutela della figura del mastro d’ascia e del pincisanti. Un viaggio tra la modernità e la tradizione; questo è “Spiranza”, una barca, un documentario e delle tele che raccontano un’Aci Trezza inedita.
Un progetto ambizioso quello della pittrice Alice Valenti, che sarà presentato venerdì 9 giugno alle 19.00 presso la KoArt Unconventional Place, in via San Michele, 28, a Catania, galleria che ospiterà le opere dell’artista per un intero mese a cura di Aurelia Nicolosi.
Alice Valenti, appassionata di arti figurative, laureata in Conservazione dei Beni Culturali a Pisa, ha iniziato la sua avventura in un luogo speciale, la bottega dei carretti siciliani del Maestro Micio Di Mauro ad Aci Sant’Antonio.
Una passione in evoluzione la sua che pian piano l’ha condotta a collaborazioni di grande prestigio, quali l’etichetta per Averna Limited Edition 2016 -2017 e la partecipazione alla decorazione di alcuni dei 100 Frigoriferi d’Arte Smeg-Dolce&Gabbana.
Ma Alice Valenti decide di dedicarsi a un’operazione più intima e personale: acquistare e dipingere un gozzo, antica barca usata per la piccola pesca nella tradizione marinara italiana e soprattutto in Sicilia. Valenti ha dichiarato che “La ricerca del gozzo mi ha spalancato un orizzonte imprevisto, che ha sostanziato e ampliato l’iniziale progetto pittorico della barca, caricandolo di un significato civile e politico che coinvolge la collettività. L’incontro con la famiglia Rodolico, con una storica tradizione di maestri d’ascia ad Aci Trezza e la mia permanenza al cantiere durante le fasi di ristrutturazione e pittura della barca mi hanno permesso di comprendere il valore umano e culturale di questa realtà artigianale, emblema dell’identità di un luogo, che l’attuale modello di sviluppo economico tende a schiacciare. Così è nato il documentario. Le tele sono l’ultimo tassello di questa avventura, un intimo diario dell’esperienza appena trascorsa che mi ha dato tantissimo”.
Dal testo critico di Mercedes Auteri e Giamina Croazzo: “Le tele rivivono l’atmosfera metafisica del luogo cercando di restituire una visione primordiale, mitologica, ancestrale delle grandi pietre, isole, in mezzo al mare di Ulisse. A poco a poco l’artista diventa il suo paesaggio esterno che la osserva ed è osservato, che la vive ed è vissuto, con sguardo reciproco, attraverso l’incanto estetico ed estatico. Il gozzo di Alice, presente all’opening della mostra, racconta per simboli la sua storia e la inserisce in quella universale e antica della tradizione”.
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