La sua arte è nata nei campi profughi, si ispira alla realtà di tutti i giorni e lancia un preciso messaggio politico. Le tele saranno in mostra al Castello di Caltabiano a partire da sabato 19 luglio.
Si terrà sabato 19 luglio alle 20:00 nella suggestiva cornice del Castello di Calatabiano, il vernissage della mostra antologica di Marta Czok, curata da Laura Cavallaro e del MacS di Catania.
L’artista, di origine polacche e nata a Beirut in Libano, racconta di come la sua arte sia nata nei campi profughi e poi in un nuovo Paese, l’Inghilterra, dove si trasferì all’età di cinque anni e iniziò a comunicare attraverso il disegno e la pittura, non conoscendo la lingua.
Nessun “padre spirituale artistico” per la Czok, che dice di ispirarsi a suo nonno. “Un uomo molto coraggioso – sottolinea l’artista- e che ha pagato con la sua vita durante l’eccidio di Katyn. Cerco di essere onesta e priva di paura come lo è stato lui, anche solo per dimostrare che i sacrifici della mia famiglia non furono vani.”
L’ispirazione per i suoi dipinti invece arriva dalla realtà di tutti i giorni: dalla lettura di libri di storia, o dalla visione dei telegiornali. “Quando mi sento davvero sbalordita dalla nostra impotenza, dal nostro essere pecore, devo dire la mia e inizio a lavorare ai bozzetti e poi salta fuori un dipinto”, dichiara ancora la Czok.
Il messaggio che le sue tele vogliono lanciare è che “noi, come pecore, possiamo tutti rialzarci e dire la nostra ogni volta che vogliamo, e non solo una volta ogni quattro anni, alle elezioni.”
“Tutto quello che sono è nei miei dipinti quindi non sento il bisogno di apparire o parlare come un’«artista», dice inoltre la pittrice polacca, che si definisce, una rivoluzionaria. “La mia battaglia- dichiara- è contro il ridicolo abuso di potere, che sia per mano dello Stato o della Chiesa, ed è tutto nei miei dipinti, anche se a volte lo inserisco in un modo delicato, cauto.”
“Vorrei che le persone che guardano i miei dipinti – aggiunge l’artista – si divertissero, si sentissero più potenti e mai sole. Ci sono molte persone là fuori che la pensano come me ma non hanno né il tempo né l’occasione per dire la loro. Spero di essere il loro portavoce, anche se solo sulla tela.”
Difficile secondo la pittrice polacca definire l’arte: “Potrei solo dire che la vera arte deve unire abilità tecnica a messaggi importanti. L’arte dovrebbe aprire gli occhi e la mente. La responsabilità dell’artista è dare al suo pubblico qualcosa che valga la pena possedere. Ha la responsabilità di ricordare che la gente è intelligente e perspicace e che l’arte non diventa arte solo perché lo dice l’artista. Non basta appendere qualcosa in una galleria e illuminarla per bene per trasformarla in arte. Sarebbe come prendere in giro quelli che vengono a vedere questi lavori. La vera arte –conclude la pittrice- fa crescere l’anima del pubblico.”
Riguardo al futuro infine Marta Czok racconta del suo progetto di “produrre qualcosa che risvegli una passione infinita e permetta alla gente di rendersi conto della verità autentica, invece delle favole con cui ci imboccano costantemente i nostri “leader” manipolatori, che si tratti dello Stato o della Chiesa.”