Primo incontro ufficiale per discutere delle opportunità offerte dal Piano. I commercialisti si propongono come trait d’union tra giovani e imprese.
Sulle opportunità offerte dagli strumenti operativi del Piano Giovani Sicilia, martedì si sono confrontati, per la prima volta in via ufficiale, l’Odcec – Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili – e il Cpi, il Centro per l’impiego di Catania.
In queste settimane è in corso il bando per l’inserimento lavorativo nelle imprese di duemila giovani attraverso tirocini formativi indennizzati.
A settembre, invece, verrà regolamentato il secondo bando dell’iniziativa – vera novità del Piano Giovani Sicilia– riguardante le agevolazioni per i tirocinanti degli studi professionali siciliani.
Al Piano – varato dal governo regionale in collaborazione con Italia Lavoro – si affianca in modo complementare il progetto nazionale “Garanzia Giovani” nato anch’esso con l’obiettivo di rilanciare l’occupazione giovanile.
Il dirigente del Servizio XII Cpi di Catania Paolo Trovato ha definito il Piano e la Garanzia Giovani «laboratori operativi, un banco di prova significativo ma non una soluzione definitiva. Il tirocinio, afferma, deve essere un passaggio verso il vero obiettivo finale, la stabilizzazione». «Rispetto al passato – ha affermato il presidente Odcec Sebastiano Truglio – la nostra categoria è maggiormente impegnata nell’area lavoro. Oggi in Sicilia un giovane su due è disoccupato, e i commercialisti guardano ai nuovi incentivi proponendosi come trait d’union tra gli stessi giovani, il mondo delle imprese e del lavoro in genere».
Il responsabile del Servizio Eures Cpi Massimo Floridia ha illustrato nello specifico le modalità con cui accedere agli incentivi sottolineando come «nel caso del Piano Giovani, il Centro per l’impiego, e dunque l’assessorato regionale, intervengano solo dopo che l’impresa e il candidato “si siano scelti”.
L’incontro tra la domanda e offerta è, infatti, mediato attraverso una piattaforma telematica dedicata (metti link), riducendo al minimo gli aspetti burocratici. I nostri uffici subentreranno nel momento della formalizzazione del tirocinio».
Nel corso dei lavori il vicepresidente della Commissione Lavoro dei Commercialisti etnei Matteo Sanfilippo ha spiegato ai presenti che «i tirocini formativi, a prescindere dagli incentivi, rappresentano una grande opportunità per le aziende che intendono introdurre soggetti svantaggiati nel loro organico senza instaurare un vero e proprio contratto di lavoro, sebbene dalla loro introduzione nel 2002, ad oggi risultano poco sfruttati».
Il consigliere delegato Area Lavoro dell’Ordine Marcello Murabito, che ha moderato l’incontro, ha rilevato alcune criticità: «È indubbia la validità dei nuovi strumenti per contrastare la disoccupazione giovanile tuttavia – ha affermato – la previsione di diversi requisiti in capo alle aziende, alcuni molto stringenti, quali ad esempio, la regolarità contributiva, il rispetto dei contratti collettivi, l’assenza di ispezioni e verifiche fiscali o di licenziamenti ingiustificati, rischia di restringere tanto il numero di fruitori.
Per supportare realmente l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e creare occupazione stabile è necessario coniugare questi interventi con una nuova politica di investimenti che superi il tradizionale assistenzialismo che tanto male ha fatto alla nostra regione».