All’alba di oggi la Polizia di Stato ha dato esecuzione all’ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di 17 persone una delle quali si è resa irreperibile ed è ricercata.
Un’operazione che ha permesso non solo di delineare gli assetti assunti in seno alla cosca Mazzei – “Carcagnusi”, ma che ha consentito di attestare la piena operatività del clan e in particolare della squadra cosiddetta del “Traforo” che era dedita ad attività estorsive ed alla commissione di reati contro il patrimonio.
E Operazione Target l’attività investigativa della Polizia di Stato che all’alba di oggi, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, ha dato esecuzione all’ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa il 17.10.2015 dal G.I.P. del Tribunale di Catania, nei confronti di 16 soggetti.
Questi i nomi:
Giuseppe Barbagallo, classe 1976, pregiudicato; Giuseppe Cardì, classe 1978, pregiudicato, già sottoposto agli arresti domiciliari per altra causa; Domenico Coglitore, classe 1980, pregiudicato; Giuseppe D’agostino, classe 1974, inteso “lo squalo”, pregiudicato, già detenuto per altra causa; Gioacchina Fiducia, classe 1979, pregiudicata; Carmelo Grasso, classe 1973, pregiudicato, già detenuto per altra causa; Salvatore Guglielmo, classe 1974; Carmelo Giusti, classe 1955, inteso “Melo bafacchia”, pregiudicato; Sebastiano Mazzei, classe 1972, inteso “Nucciu ‘u carcagnusu”, pregiudicato, già detenuto per altra causa; Maurizio Giovanni Motta, classe 1969, pregiudicato, già sottoposto agli arresti domiciliari per altra causa; Carmelo Occhione, classe 1964, inteso “Melo”, pregiudicato, già detenuto per altra causa; Rosario Seminara, classe 1974, pregiudicato, già sottoposto agli arresti domiciliari per altra causa; Vito Danilo Caputo, classe 1989, pregiudicato, per il quale sono stati disposti gli arresti domiciliari; Francesco Spampinato, classe 1977, pregiudicato, per il quale sono stati disposti gli arresti domiciliari; Cesare Massimo Urzì, classe 1973, pregiudicato, per il quale sono stati disposti gli arresti domiciliari; Giulio Alfio Virgillito, classe 1992, pregiudicato, per il quale è stato disposto l’obbligo di firma due volte al giorno.
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Giuseppe Barbagallo
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Vito Caputo
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Giuseppe Cardì
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Domenico Coglitore
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Giuseppe D’agostino
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Gioacchina Fiducia
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Salvatore Giglielmo
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Carmelo Giusti
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Carmelo Grasso
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Sebastiano Mattei
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Maurizio Motta
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Carmelo occhione
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Rosario seminara
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Francesco Spampinato
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Cesare Urzì
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Giulio Virgillito
Tali soggetti sono tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso (clan Mazzei – “Carcagnusi”), estorsione, esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza e minaccia, favoreggiamento personale e reati in materia di falso, con l’aggravante dell’articolo 7 del D.L. 152/1991, per avere commesso i fatti avvalendosi delle condizioni previste dall’articolo 416 bis del codice penale e al fine di agevolare l’attività dell’organizzazione mafiosa, ma anche di furto e ricettazione.
La misura cautelare accoglie gli esiti di indagini tecniche, condotte dalla Squadra Mobile, con il coordinamento dalla Procura – Direzione Distrettuale Antimafia, dal mese di febbraio 2015 al mese di luglio dello stesso anno, che hanno riguardato l’organizzazione mafiosa Mazzei e, tra gli altri, alcuni appartenenti storici della cosca, quali Carmelo Occhione e Maurizio Giovanni Motta – ai quali è stato contestato un ruolo direttivo – e Carmelo Giusti, nonché nuove leve, tra le quali Giuseppe Cardì, ritenuto uomo di fiducia di Sebastiano Mazzei.
Proprio nell’ambito di queste indagini, il 10 aprile 2015, si è pervenuti alla cattura di Mazzei, al quale è stato contestato di avere organizzato sul territorio e diretto l’associazione mafiosa promossa dal padre Santo, conosciuto come “Santo ‘u carcagnusu”.
Sebastiano Mazzei, vanta una lunga militanza tra le fila dell’organizzazione mafiosa omonima, storicamente riconducibile a Cosa nostra palermitana, in quanto il padre dello stesso divenne “uomo d’onore” su decisione del boss corleonese Leoluca Bagarella.
A Gioacchina Fiducia è stata contestata la partecipazione all’associazione mafiosa nella forma del “concorso esterno”, con particolare riferimento al contributo fornito dalla stessa nel mantenimento dello status di latitante di Sebastiano Mazzei. Tra l’altro, in fase di stipula del contratto con il quale era stata concessa in locazione la villetta di Ragalna, dove l’uomo è stato catturato, era stato esibito il documento di identità intestato alla stessa Fiducia, sul quale era stata apposta la fotografia della moglie del latitante. La donna risponde quindi anche di reati in materia di falso, con riferimento all’alterazione del documento d’identità.
Per ciò che riguarda le attività estorsive e la commissione di reati contro il patrimonio le indagini hanno consentito di fare luce su due furti perpetrati ai danni di attività commerciali di Siracusa ed Augusta e in particolare: il furto commesso il 26.3.2015 ai danni di una rivendita di occhiali ubicata ad Augusta, in occasione del quale sono stati asportati 4.812 paia di occhiali, in parte rinvenuti dagli investigatori; il furto commesso il 19.6.2015 ai danni di un negozio di abbigliamento del centro di Siracusa, con la modalità dell’“auto ariete”, nel corso del quale sono stati asportati numerosissimi capi di abbigliamento, in parte rinvenuti dagli investigatori.
Le indagini hanno poi permesso di fare luce su una estorsione con l’imposizione di un vero e proprio pizzo mensile, che si aggiungeva alla richiesta di estinzione del debito, in cambio della “protezione”. Inoltre, nell’ambito della stessa attività d’indagine, il 10 maggio 2015, era stato tratto in arresto Rosario Seminara, perché responsabile di detenzione illegale di armi clandestine da guerra con relativo munizionamento, infatti, presso la sua abitazione sono stati rinvenuti e sequestrati: una pistola tipo Zastava M57 calibro 7,62 mm, con matricola abrasa e priva di punzonatura del banco nazionale di prova, munita di caricatore monofilare contenente 9 cartucce calibro 7,62×25; 26 cartucce sfuse calibro 7,62×25; una pistola mitragliatrice tipo CZSA23 recante impressa la scritta VOZ 88, con matricola abrasa e priva di punzonatura del banco nazionale di prova, munita di caricatore contenente 4 cartucce calibro 7,62×25; un caricatore di forma curva privo di cartucce.
Uno dei destinatari della misura cautelare si è reso irreperibile ed è attivamente ricercato.
Espletate le formalità di rito, gli arrestati, a eccezione di quelli per i quali è stata disposta la misura degli arresti domiciliari, sono stati associati presso le case circondariali di Catania “Bicocca” e Catania “Piazza Lanza”.