“Così si distruggono i progetti di vita d’interi nuclei familiari” scrivono in una nota i componenti della Rete Antirazzista Catanese.
117 donne, di cui 9 incinte e 47 minori provenienti da Siria, Gana, Somalia, Congo, il resto tutti uomini per un totale di oltre 1100 migranti, lo sbarco più grande nella storia della nostra città, sottolinea in una nota la Rete Antirazzista Catanese.
“Anche stavolta, come per i due sbarchi precedenti, i migranti sono stati messi in fila in attesa della presa delle impronte digitali da parte della Polizia Scientifica (pratica che negli sbarchi a Palermo non viene eseguita): nonostante fossero presenti fra i migranti alcuni operatori dell’OIM, UNHCR e Save the Children, abbiamo constatato che non venivano fornite le informazioni necessarie per far conoscere le conseguenze legali delle fatidiche impronte digitali” continuano i componenti della Rete.
“Da tempo denunciamo che così si distruggono i progetti di vita d’interi nuclei familiari, non bastano gli atroci lutti e violenze che i migranti subiscono in Nordafrica e nella traversata del Mediterraneo” aggiungono.
“Alla fine delle operazioni in porto, concludono i componenti, i migranti verranno trasferiti 150 in Campania, 100 in Val D’Aosta, 100 in Veneto, 50 in Abruzzo ed il resto al Cara di Mineo, scandalosa scelta quest’ultima da parte della Prefettura o del Ministero dell’Interno: forse non si sono ancora accorti che nel mega-Cara della vergogna ci sia da tempo qualche problema legale e a farne le spese sono stati soprattutto i richiedenti asilo ed oltre che i contribuenti italiani.”
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