Dall’attività investigativa sono emersi elementi sull’utilizzo di nuove modalità di trasporto da parte dei trafficanti di essere umani.
Nikolay Mendrik e Demitri Durizki entrambi classe1980 e Vitane Sabro del 1978, sono stati individuati quali componenti dell’equipaggio di una barca a vela di circa 12 metri, salpata dalle coste turche e con a bordo 78 migranti, in prevalenza siriani e afgani.
I tre sedicenti ucraini sono stati posti dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza di Catania in stato di fermo di indiziato di delitto per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in relazione allo sbarco di migranti avvenuto nel porto di Catania il 13 giugno scorso.
L’intervento di soccorso, determinato dalle condizioni di pericolo in cui il natante si trovava a causa del sovraccarico dei migranti, è stato operato da un’unità della Guardia Costiera svedese, il pattugliatore “Poseidon”, impegnato nel Mediterraneo nel dispositivo “Triton”, con a bordo un militare della Guardia di Finanza, in qualità di “liason officer Frontex” e con funzioni di collegamento.
Le evidenze acquisite dall’equipaggio del pattugliatore e le attività investigative svolte dagli uomini della Squadra Mobile e del G.I.C.O. di Catania, che hanno raggiunto in alto mare l’imbarcazione svedese con unità veloci della Guardia di Finanza, hanno permesso di raccogliere significativi elementi indiziari nei confronti dei tre ucraini, “scafisti” del veliero solo apparentemente battente bandiera francese, ma in realtà privo di qualsiasi documentazione di bordo, tanto da non potersene accertare la vera nazionalità.
Le attività degli investigatori della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza – proseguite a terra sotto il coordinamento dell’Autorità Giudiziaria etnea – hanno consentito di acquisire gli elementi necessari all’adozione dei provvedimenti di fermo.
I tre indiziati sono stati associati presso la casa circondariale di Catania “Piazza Lanza” a disposizione della Procura della Repubblica.
Dall’attività investigativa sono emersi elementi, che necessitano comunque di ulteriori riscontri, circa l’utilizzo di nuove modalità di trasporto da parte dei trafficanti di essere umani, con particolare riferimento alle basi di partenza e all’utilizzo di natanti da turismo che possono più agevolmente passare inosservati nel traffico marittimo.