Rischiano il licenziamento i lavoratori della Micron, multinazionale americana. Le Rappresentanze Sindacali Unitarie di Uilm e Uglm sono impegnate a definire le azioni per scongiurare a Catania il possibile licenziamento dei lavoratori, che rappresenterebbe un’ulteriore devastazione occupazionale e sociale del nostro territorio. La “Micron”, che occupa nello stabilimento catanese 326 dipendenti, ha già ridotto in Italia la propria forza lavoro da circa 3200 a 1100 unità e annunciato un ulteriore taglio del personale, pur avendo presentato risultati economico-finanziari in forte crescita .
La reticenza dell’azienda nei vari passaggi ministeriali e la delocalizzazione delle attività catanesi mostrano come Micron, che ha da poco acquisito l’azienda giapponese in grave crisi “Elpida”, non sia intenzionata a valutare alternative ai licenziamenti, legati esclusivamente a direttive provenienti dall’America e basate su non meglio specificati criteri di accentramento delle attività, di eliminazione delle ridondanze.
Le Rsu di Uglm e Uilm chiedono al Sindaco di Catania e al Presidente della Regione Siciliana che questa vertenza diventi oggetto di un tavolo territoriale politico in cui cercare le possibili soluzioni per evitare che la città e l’intera provincia perdano altri, qualificati, posti di lavoro. Le soluzioni non possono e non debbono escludere il coinvolgimento delle altre aziende del territorio, in primis la “STMicroelectronics”, dalla quale tra l’altro provengono tutti i dipendenti di “Micron” a Catania.
Le Rsu di Uglm e la Uilm sollecitano, altresì, che si apra un tavolo generale sulla microelettronica, settore strategico per la crescita e lo sviluppo italiano, anche alla luce dell’obiettivo che si è data l’Ue di portare entro pochi anni l’Europa al 20 per cento della produzione mondiale nel campo della microelettronica. Ciò vale a maggior ragione per Catania, unica città nella zona a obiettivo 1.