La deputata a 5 Stelle Giulia Grillo ha chiesto l’invio degli ispettori in Sicilia per le questioni Asp e Garibaldi.
“Adesso basta, non possiamo più avere in Sicilia e a Catania una sanità di serie B o peggio”. Così la deputata nazionale del Movimento 5 Stelle Giulia Grillo è intervenuta sulle ultime questioni che riguardano la sanità catanese.
“Ho chiesto al Ministero della Sanità l’invio degli ispettori in Sicilia e a Catania affinché una volta per tutte arrivino risposte su questioni che attendono da tempo soluzione: da un lato la vicenda Asp, con la nomina di Giammanco fatta ma mai ratificata, e dall’altro il nuovo scandalo dell’ospedale Garibaldi dove è dovuta intervenire addirittura la Digos” ha spiegato in una nota la Grillo.
La portavoce pentastellata ritiene infatti ormai indifferibile la nomina di Giammanco perché l’ASP catanese è troppo importante per rimanere senza guida.
L’altra questione calda è poi il sequestro di documenti operato dalla DIGOS della Questura di Catania, diretta dal Questore Marcello Cardona, su ordine della Procura della Repubblica, presso l’ospedale Garibaldi di Catania: sequestro di documenti e atti relativi alla procedura per l’acquisto di un robot chirurgico.
La deputata del M5S sottolinea che la robotistica chirurgica, nuova frontiera della chirurgia non invasiva, era stata programmata all’ospedale Cannizzaro di Catania: “non capiamo perché adesso sia stata avviata la procedura presso l’azienda ospedaliera ARNAS Garibaldi. Speriamo che le voci circa un interessamento del sindaco Bianco a tale cambio siano infondate: l’ex assessore Lucia Borsellino, infatti, aveva contestato la legittimità della sede comunale che non ha alcuna competenza di legge. Tuttavia il direttore generale del Garibaldi, Giorgio Santonocito, già ragioniere generale di Stancanelli prima e di Bianco dopo, ha avviato la procedura milionaria per l’acquisto di un robot chirurgico: ma questa procedura sarebbe stata viziata da gravi anomalie, sulle quali ci sarebbero delle lacune sia di carattere documentale che testimoniale, e inoltre sarebbe errata persino la procedura di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale”.
“Insomma un’ennesima vicenda di carattere sanitario che in Sicilia deve finire sotto la lente di ingrandimento della magistratura mentre ai cittadini viene negato un servizio che potrebbe rivelarsi utilissimo” conclude.