Pubblicato il: 19 July 2013 alle 9:10 am
di Chiara Carbone
Il governo italiano da mesi dichiara la necessità di un impegno in prima linea per il futuro lavorativo dei giovani. Viviamo in un Paese in cui gli under 25 sono bloccati nel limbo degli stage e dei tirocini non retribuiti, in cui “neolaureato” è diventato sinonimo di “precario”, in cui a trent’anni non si hanno ancora i mezzi per lasciare il nucleo familiare e iniziare una propria vita autonoma. Troppo poca attenzione però si dedica a un’altra realtà: quella degli inoccupati e disoccupati over 35. Sembrano invisibili, non fanno notizia, eppure sono circa tre milioni e mezzo. Ognuno di loro ha una storia diversa alle spalle.
Michela Foti vive in Liguria, ex insegnante di Lettere, dopo quattordici anni di precariato, di fronte all’impossibilità di passare alla condizione di insegnate di ruolo, ha deciso di rimettersi a studiare la Fisica Ottica e di reinserirsi in un settore differente. A quarant’anni, una volta diplomata in una scuola molto rinomata, ha aperto un piccolo negozio di ottica, ma dal 2007 le entrate hanno iniziato a calare. Ha quindi cominciato a lavorare per alcune aziende del settore, ma l’ultima, dopo i sei mesi di contratto a tempo determinato, non le ha rinnovato l’incarico.
Monica Lion di Torino, 51 anni, ha lavorato nella ristorazione in passato, in nero ovviamente, ma negli ultimi 10 anni, per problemi di età, si è ritrovata a lavorare in call center. Niente diritti, sottopagata e sfruttata, e adesso da due anni è nuovamente disoccupata e progetta di lasciare questo Paese.
I loro racconti sono simili: hanno cominciato a lavorare, hanno costruito una famiglia, stipulato un mutuo o acquistato una casa. Poi hanno perso il lavoro e si sono ritrovati di nuovo catapultati nell’inferno dei colloqui e delle agenzie interinali. Non contano gli anni di servizio, né i corsi d’aggiornamento, in molti casi l’età è già un requisito sufficiente per essere scartati. Si sono sentiti dire che sono troppo qualificati, che hanno troppa esperienza per ricoprire la posizione. Tra tutti quelli che ci hanno raccontato le loro storie, anche un siciliano, che preferisce restare anonimo. Di Messina, 44 anni, disoccupato da quattro. L’azienda per cui ha lavorato lo ha licenziato e ha preferito assumere dei dipendenti più giovani, che forse costano meno. E se in Sicilia è già difficile trovare lavoro in qualsiasi settore e a qualunque età, dopo i quarant’anni l’impresa diventa ancora più ardua, se non addirittura impossibile.
Infine c’è Daniela di Santo di Bologna, che quando è rimasta disoccupata per la prima volta, dal 2008 al 2010, ha deciso di creare il gruppo “Diritto al lavoro per gli over40”, in collaborazione con ATDAL Over40, Associazione Lavoro 40, Lavoratorio.it e Associazione inoccupati e disabili over40.
Dopo aver lavorato per un’azienda dal 2010 fino allo scorso giugno, oggi si ritrova nuovamente senza un’occupazione. È nata così l’idea di lanciare una raccolta firme online, per attirare l’attenzione del governo sul problema della disoccupazione matura. Gli iscritti al gruppo sono più di 2000, hanno già firmato più di 4000.
“La raccolta procede a rilento però, ci racconta Daniela di Santo, la promotrice della petizione. Due sono i fattori che bloccano questa iniziativa: la diffidenza verso lo strumento “petizione” e la rassegnazione, in alcuni casi anche la vergogna dei disoccupati, perché la disoccupazione è sentita come una colpa. Da parte di chi lavora invece, soprattutto da parte di chi è occupato da molti anni presso la stessa azienda, esiste una sorta di pregiudizio verso la disoccupazione. Come se si ritenesse colpa del disoccupato (presunzione, pretese, ecc) il fatto di non trovare lavoro.”
I firmatari chiedono di essere valutati non sulla base dell’età anagrafica, ma per competenza ed esperienza e la possibilità di essere ancora utili alla società e di continuare a sostenere i propri figli, magari riuscire a farli studiare e vederli costruire un futuro migliore.
Per ulteriori info e per firmare la petizione: http://www.change.org/it/petizioni/a-sostegno-dei-disoccupati-over-35
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