Farfalle, ufali e patelle
Il titolo della ricetta di oggi non tragga in inganno.
Le farfalle sono un formato di pasta, le patelle sono molluschi che si trovano sulle pietre e sugli scogli del bagnasciuga, e gli ufali non sono oggetti volanti non identificati, ma il nome eoliano (o, forse meglio, salinaro) delle lumachine di mare.
È una ricetta che ho pensato al porticciolo di Malfa, nell’isola di Salina, un giorno che non si pescava nulla da riva. Passeggiando sugli scogli e sulle pietre del litorale ho trovato molte patelle e molte lumachine, le ho staccate con il coltello, le ho riposte in un recipiente pieno di acqua di mare e le ho portate a casa.
Un mio amico mi disse che nella sua famiglia si usava fare la paste con gli ufali, un piatto povero il cui condimento era in pratica soltanto sapore di mare, vista la piccola dimensione delle lumachine e la difficoltà di raccoglierne tante. Aggiungere le patelle serve a rendere un po’ più consistente il condimento, ma sempre di piatto povero si tratta, anche se patelle e lumachine si possono trovare in pescheria.
Certo non è un piatto così povero come “a gnotta ‘i cocci”, zuppa di sassi di mari, di cui raccontano Danilo Baroncini e Susan Lord in “Pani caliatu” un libro sulle tradizioni gastronomiche delle Eolie, e che ha un interessante riferimento letterario in un episodio narrato da Garcia Marquez in “Nessuno scrive al colonnello”, dove la moglie di un colonnello a riposo, in attesa di un pensione che non arriverà mai, mette a cuocere dei sassi in pentola per dimostrare ai vicini che la famiglia ha ancora qualcosa da mangiare. Infatti la zuppa di sassi di mare era fatta con sassi di mare ricoperti di alghe verdi che si facevano soffriggere con olio in un battuto di cipolla e pomodorini. Si aggiungeva poi un po’ di acqua calda, e dopo che il brodo aveva preso sapore e profumo di mare si toglievano i sassi e si versava tutto sul “pane caliatu”, cioè biscottato.
Ingredienti per 4 persone
300 grammi di farfalle di grano duro
“ufali” (lumachine di mare) e patelle in quantità adeguata
6 pomodori rossi ben maturi privati dei semi e della buccia e tagliati a pezzetti
1 cipolla rossa
1 spicchio d’aglio
1 mazzetto di prezzemolo
mezzo bicchiere di vino bianco secco
6 cucchiai di olio extra vergine d’oliva
sale q.b.
Preparazione
In un’ampia padella antiaderente fate imbiondire nell’olio d’oliva la cipolla finemente tritata, poi aggiungete ufali e patelle che avrete tenuto in acqua di mare per farli spurgare se da voi raccolti, o in acqua e sale cambiata due o tre volte e sciacquate in acqua corrente se acquistati.
Fateli insaporire, poi sfumate con il vino bianco e successivamente aggiungete i filetti di pomodoro.
Fate cuocere a fuoco sostenuto per 5 minuti, ed eventualmente aggiustate di sale.
Nel frattempo cuocete la pasta tenendola al dente e salatela non troppo e soltanto a fine cottura.
Quando il sugo sarà pronto aggiungete l’aglio e metà del prezzemolo finemente tritati.
Saltate in padella e servite nei piatti guarnendo con l’altra metà di prezzemolo tritato.
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