Braciulittini
I braciulittini, come li chiamava mia madre, sono un ricordo della mia infanzia.
Mia madre comprava le sottilissime fettine di carne di manzo e con sapienza le farciva con un ripieno di pangrattato, aglio, prezzemolo e un tocchetto di pecorino.
Arrotolava le fettine che erano poi infilzate su uno stecco e cotte alla brace o in padella o nel grill del forno.
Piatto tipico della cucina messinese, molto semplice ma di grande sapienza, per la combinazione dei sapori, è molto facile e veloce da cucinare.
Li compro abitualmente dal macellaio, nelle zone d’origine del prodotto e le ho sempre preparate nel modo tradizionale, riscontrando però un problema: con la cottura il formaggio tende a uscire lateralmente, perdendosi, o bruciandosi.
Per evitare quest’inconveniente ho provato per anni a separarli e a cuocerli in padella sigillandoli con una tostatura da entrambi i lati aperti. Ma questo richiede un lavoro equilibristico, date le piccole dimensioni, e si può fare soltanto con dosi limitate.
Così quest’anno ho provato un’altra soluzione, che mi sembra risolvere il problema.
Ho comprato del lardo, tagliato a fette sottilissime, e ho avvolto le bracioline, una per una nel lardo.
In una padella antiaderente, riscaldata sul fuoco, ho posto gli involtini ricoperti di lardo, facendo andare a fuoco forte e girandoli da tutti i lati.
In questo modo il lardo si scioglie e il rivestimento dell’involtino si croccantizza.
A fine cottura, con un ramaiolo, li ho raccolti facendo scolare il grasso residuo, che rimane nella padella, e li ho serviti accompagnandoli con pomodori al naturale.
Abbinati a un Nero d’Avola non hanno confronto!