Oriente ed occidente: titani del mondo
Sin dall’inizio dei tempi il mondo è stato diviso da un confine, per molti invalicabile, di due correnti di pensiero e di costume del tutto opposte: quella orientale e quella occidentale. La diatriba tra questi due mondi è da sempre accesa, per i differenti modi di concepire e vivere la vita.
Già da qualche anno, a causa del processo di globalizzazione, mattone dopo mattone la cultura orientale sta penetrando in quella occidentale. Mentre molti si chiedono perché una cultura così differente è arrivata ad influenzare la nostra, parole come sushi, karate e kimono sono ormai presenti nel dizionario dell’occidentale moderno. Molteplici infatti sono gli effetti di questa influenza. A livello culinario, il sushi è passato da cibo esotico a cena più che consueta; le arti marziali sono diventate sport praticati dalla gran parte delle persone e i fanghi giapponesi sono di gran voga.
Nel corso di questa assimilazione abbiamo però spogliato le tradizioni orientali del loro significato primario, le abbiamo in un certo senso “occidentalizzate”. Infatti quella che per noi oggi è solo una sauna o un’arte per l’autodifesa nelle sue origini racchiudeva ben altro: non solo spirito di appartenenza alla propria nazione ma a volte anche un aspetto mistico-religioso.
In ogni caso tra chi crede che questo possa significare un sempre minore sentimento di patriottismo e un allontanamento di identità dal costume locale e chi, contrariamente, apprezza questa variopinta miscela , una particolare corrente culturale è tra le più ricercate in tutto il mondo . Sempre più spesso si assiste infatti alla nascita di ristoranti giapponesi ed è anche così che la passione per il Giappone, vera potenza economica, va vertiginosamente intricandosi nella quotidianità giornaliera di paesi esteri. Tutto il globo è stato infatti influenzato si per ciò che riguarda la tecnologia, sempre avanti ed innovativa, il cibo, la moda orientale, e gli sport che ormai si insegnano in tutte le palestre.
Quando si parla di discipline orientali si è portati comunemente a pensare ad attività aggressive basate sul combattimento o si immagina un mondo ascetico totalmente staccato dalla quotidianità. In realtà la cultura orientale si basa su concetti molto semplici, primo fra tutti il concetto per il quale l’aspetto fisico e l’aspetto spirituale sono un’unità indissolubile.
Nel nostro territorio, tantissime sono le persone che sempre più spesso si affidano a specialisti nel settore per intraprendere una disciplina orientale volta all’autodifesa o alla pratica meditativa, come lo yoga.
Dalle inchieste fatte a Paternò risulta che quasi il 30% di assidui frequentatori di palestre abbia provato almeno una volta una disciplina orientale, ma che solo il 10% conosca le loro vere radici o i veri princìpi.
La maggior parte delle persone cerca in queste discipline una forma di rilassamento, nel caso dello yoga, o di scarico della tensione, come nel taekwondo o nel karate.
Il Paternò passa ai playoff
Lo scorso 26 marzo partita di basket decisiva per il Paternò e che ha portato i nostri giocatori al raggiungimento della serie B. L’incontro si è svolto sin dall’inizio a favore della squadra locale che senza perder tempo alle 20:31, mezz’ora dopo l’inizio della gara, si è trovato già in vantaggio con 31 a 22.
Nel secondo quarto abbiamo assistito ad un fallo subito dal Paternò durante l’atto di tiro.
Il terzo quarto è stato aperto, invece, da due canestri a favore del Paternò. Un secondo virgola sette prima della fine del terzo quarto è avvenuto un tiro dal centro campo, chiamato “buzzerbeater”; che ha fatto guadagnare tre punti alla squadra.
In seguito al suono della campanella di fine quarto la maglia numero 10 ha segnato.
Il quarto quarto si è svolto quasi come tutta la partita segnando facilmente altri canestri, il Paternò si è limitato a stare sulla difesa, dato il vantaggio scontato (73 a 55).
Infine la partita si è conclusa con la vittoria del Paternò per 77-63.
L’incontro è stato molto faticoso ma condotto dall’inizio alla fine con energia e determinazione dai nostri ragazzi e dalla squadra avversaria che nonostante la sconfitta ha lottato fino alla sirena conclusiva.
Alla fine dell’incontro abbiamo intervistato Cristian Cosentino il playmaker della squadra
D – Com’è nata la tua passione per il basket?
R – Ho iniziato a giocare a basket nel Paternó e quindi ho continuato fino ad oggi, è una vita che gioco qua.
D – Quindi diciamo che dedichi la tua vita al basket.
R – Si faccio un po’ tutti gli sport ma il basket è proprio il mio sport
D – Accetteresti mai un’offerta sportiva da un’altra società?
R – Mai, non leverò mai questa maglia
D – Secondo te quali sono le differenze del basket giocato in USA e quello giocato in Italia?
R – Eh.. a parte i soldi, la qualità dei giocatori che sono molto più forti fisicamente e soprattutto tecnicamente, tatticamente un po’ meno, però sono irraggiungibili.
D – Consiglieresti questo sport? E perché?
R – Questo sport lo consiglio a tutti i ragazzi per due motivi: il primo perché è uno degli sport più belli fra tutti; secondo perché ti insegna anche a vivere lo sport di squadra e ti aiuta a legare con i tuoi compagni.
D – Come si svolge in linea massima il tuo allenamento?
R – Si corre tantissimo, si fanno sessioni di tiro, poi si provano gli schemi con i compagni al fine di avere un gioco ottimale per fare canestro. L’importante non è fare un canestro “io” ma è tutta la squadra che coralmente va a fare punti.