Un affresco sui “Troubles“ irlandesi che colpisce per la capacità di così imponenti allestimenti corali, realizzati con attori non professionisti.
di Elisa Catanzaro
Una storia d’amore, di giovinezza e di terrore. Amore per la vita, amore per lo sport, per i primi compagni che per alcuni diverranno compagni anche nella vita, amore per la propria terra. Ma anche il senso di una paura sottile e strisciante che impedisce di vivere a pieno la propria giovinezza e che vede su due fronti contrapposti ragazzi, fino a poco prima, amici per la pelle.
È nell’Irlanda del Nord di fine anni ’60 che si svolge il musical “Foto di squadra”, prodotto dal laboratorio teatrale “Parole e Musica”, ideato da Emanuela Gutkowski e tenuto dal regista Marco Longo, che ormai da dieci anni, cura il laboratorio e la regia, e dal maestro Eugenio Arezzo, che ha istruito le voci solistiche e corali ed ha eseguito le musiche dal vivo).
L’allestimento è stato messo in scena da quaranta allievi cantanti-attori del liceo classico Nicola Spedalieri che si sono esibiti al Teatro “Ambasciatori” di Catania per la “prima”, aperta al pubblico e per due repliche per la scuola, e all’Istituto penale per minorenni di Acireale.
“A volte fare squadra con gli altri non aiuta la vittoria del singolo – racconta il regista Marco Longo -, ma certamente insegna a gareggiare con sana competizione contando su qualcun altro per raggiungere un obiettivo. Quando il gioco comune lascia il passo all’iniziativa individuale tante sono le strade per realizzare quello in cui si crede, non tutte plausibili, alcune estremamente pericolose”.
Su un così arduo “terreno di gioco” si affrontano i protagonisti di questo musical: vincere una guerra fratricida e sporca perché fatta di troppi compromessi o superarla cercando una convivenza pacifica. E lo sfondo è storia vera: l’inizio dei terribili anni ’70 -’90 nell’Irlanda del Nord, dove i cattolici emarginati danno vita a una guerra civile contro gli inglesi protestanti, una lotta che giorno dopo giorno sottrae a un’intera generazione il banale diritto di vivere un “ordinary day” privo di violenza, aggiunge la tutor del progetto, Emanuela Gutkowski.
Un allestimento corale imponente, con quadri di scena molto evocativi, enfatizzati dall’uso sapiente delle luci e della musica e che ancora una volta impressiona per la bravura degli attori non professionisti. Non per nulla il progetto teatrale festeggia il decimo anno di attività e ha visto in scena dalle tragedie di Euripide, ai classici più “moderni” come lo Shakespeare del Sogno, in cui già la musica faceva da fil rouge, per poi arrivare al musical vero e proprio che ci ha permesso di dar voce alle diverse competenze degli allievi utilizzando tutte le arti performative, con Notre-Dame de Paris, Tutti insieme appassionatamente, Romeo e Giulietta.
Quest’anno come spiega ancora la tutor del progetto è stato “un percorso didattico sui “terrorismi”, motivo di costante riflessione per la nostra epoca, che grazie a testo e musiche così altamente significative, ha continuamente fatto leva sulla dimensione privata dell’essere adolescente coniugandola con una riflessione più ampia sulla capacità di accettare l’altro nella sua immancabile e complessa diversità, sottolinea la. La storia del recente passato ci ha insegnato che talvolta l’idea di convivenza non è facile da realizzare, ma che ogni tentativo è necessario”.