Erano detenuti in pessime condizioni e senza documenti, ma nessuno può accoglierli e restano al titolare.
Maltrattamento, abbandono e detenzione illecita di animali destinati alla vendita: queste le accuse a cui dovrà rispondere la titolare di un esercizio commerciale di Fiumefreddo.
In seguito a delle segnalazioni, che denunciavano condizioni igieniche precarie nel locale e la vendita di cuccioli di cani e gatti randagi a 10 euro ciascuno, lo scorso sabato 8 novembre le guardie zoofile dell’Enpa di Catania sono intervenute.
Durante i controlli avrebbero trovato mammiferi, rettili e volatili tutti impilati in gabbie spesso nemmeno consone alla stessa natura degli animali, come ad esempio due serpenti albini della specie Elapha Obsoleta Lindheimeri, detenuti in contenitori di plastica dove di norma vengono messi i pesciolini.
Le guardie dell’Enpa riferiscono inoltre di aver trovato tartarughe della specie Scripta Scriptasi all’agghiaccio a diretto contatto della vetrina e poi gatti europei malati di circa 40-50 giorni impilati sopra i topolini, ratti, conigli e persino cincillà.
L’ispezione di un locale attiguo adibito a deposito, avrebbe portato poi al ritrovamento di altre pile di gabbie con dentro vari animali, tra cui anche coniglie gravide e furetti, inseparabili, passeri protetti e vari ibridi di cardellini/canarini.
È di complessivamente 163 animali il sequestro penale compiuto nell’esercizio commerciale che era inoltre sprovvisto dei documenti che devono accompagnare gli animali sia di libera vendita che di specie protetta, indicando la provenienza degli stessi.
Sul posto in seguito è intervenuta la Polizia Municipale che unitamente ai veterinari dell’ASP3 competente per territorio, ha proceduto con le contestazioni delle violazioni amministrative.
Gli animali sequestrati però al momento sono stati affidati alla titolare dell’esercizio, seppure con severe prescrizioni sulle modalità di detenzione, causa l’indisponibilità ad accoglierli da parte degli organi preposti.
Infatti il Centro Recupero fauna selvatica non può più ricevere animali sequestrati e il Corpo Forestale dello Stato non è attrezzato per queste emergenze. Lo stesso dicasi per l’Asp3 veterinaria.
“Insomma – dichiarano dall’Enpa – nel mondo dei fondi da tagliare, non bastavano i randagi a farne le spese ma adesso si aggiungono tutti gli altri.”
La Sezione Provinciale della protezione animali ha reso perciò la propria disponibilità alla magistratura, nell’individuazione di privati disposti a ricevere in affidamento in giudiziale custodia gli animali.