Nell’isola, afferma, l’indice di contagio è prossimo allo zero ma bar, ristoranti, parrucchieri ed estetisti dovranno aspettare ancora un mese.
In merito al nuovo DPCM, sulla ripresa delle attività, il sindaco Salvo Pogliese ha diffuso la seguente nota:
“Insieme a tanti italiani ho provato grande delusione a rileggere il Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che di fatto rinvia qualunque sostanziale misura per fare ripartire le attività commerciali e produttive, lasciando senza prospettiva i piccoli e medi imprenditori che speravano con le dovute cautele in una ripresa.
Il Governo non si è assunto la responsabilità di prendere atto della sostanziale diversità dei dati statistici del contagio tra le Regioni del Nord e quelle del Sud, trattando confusamente allo stesso modo situazioni ben diverse, visto che la Sicilia per esempio grazie a Dio ha avuto un impatto minore con il virus, per esempio rispetto alla Lombardia o all’Emilia Romagna, zone in cui la severità imposta forse poteva avere un senso.
Nell’isola, infatti, seppure l’indice di contagio è ormai prossimo allo zero, bar e ristoranti ma anche parrucchieri ed estetisti e altri titolari di piccole attività, dovranno aspettare ancora un mese per poter rialzare la china, aumentando il disagio economico di un tessuto imprenditoriale e occupazionale già devastato come quello siciliano.
A fronte di tale palese disattenzione, i sindaci sono ancora una volta lasciati con il cerino in mano, senza chiare direttive, sulla trincea dei bisogni dei cittadini, che si sarebbero aspettati ben altra attenzione dal Governo.
Rinnoviamo all’esecutivo nazionale, con il senso di responsabilità necessario, l’appello a una maggiore incisività e a tenere conto delle oggettive differenti condizioni territoriali dei malati Covid, approntando misure che tengano conto degli effettivi bisogni locali, senza le prescrizioni confuse e contraddittorie raccontate in Tv, per evitare che disagio economico e sociale delle zone più fragili come la Sicilia, diventi drammatico e, speriamo mai, persino incontrollabile”.