L’iniziativa è stata organizzata dalla Cgil di Catania e da “AREA democratica per la giustizia”.
“Questo libro racconta la storia di un progressivo isolamento, ma anche la dolorosa percezione di esso da parte di Giovanni Falcone, e la consapevolezza della sua condanna a morte e ci consegna una lezione: la memoria è necessaria, ma deve essere accompagnata dalla consapevolezza”.
Così Giovanni Bianconi, giornalista del Corriere della sera, ieri nel corso dell’iniziativa “Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, 25 anni dopo, fra memoria ed attualità” organizzata dalla Cgil di Catania e da “AREA democratica per la giustizia”.
L’autore ha presentato nel chiostro di via Crociferi il suo libro “L’assedio. Troppi nemici per Giovanni Falcone” spiegando che il magistrato e l’amico e collega “Borsellino in realtà non erano isolati, ma lo divennero, anche da parte di un establishment di cui faceva parte pure la magistratura che non seppe comprendere sino in fondo. Questo è il nostro dovere di oggi”.
Per Bianconi: “È stato giusto ripercorrere in maniera critica il percorso professionale di Giovanni Falcone, soprattutto la parte finale che fu la più complicata e che inizia dal maxi processo in poi”.
Oltre , giornalista del Corriere della sera sono intervenuti il procuratore generale presso la Corte di appello di Roma, Giovanni Salvi, Pina Palella, segretario confederale della Cgil di Catania, e Fabio Regolo, coordinatore “AREA democratica per la giustizia” di Catania.
Sono intervenuti, tra gli altri, anche il segretario generale Cgil Giacomo Rota, il sindaco Enzo Bianco, il prefetto Silvana Riccio. Presente tra il pubblico anche il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro. Per l’occasione è stato proiettato un video che ha ripercorso le fasi salienti del periodo precedenti le stragi.