“I continui tagli operati dalla Regione Siciliana sui parchi regionali, mette a serio rischio la permanenza dell’Etna nella lista “Patrimonio Unesco” a lanciare l’allarme è il segretario generale del sindacato dei lavoratori dell’Agroindustria di Catania, Alfio Mannino.
È prevista per il mese di luglio la verifica dell’iscrizione del Vulcano Etna nella “World Heritage List”, Patrimonio dell’Umanità Unesco”. La Flai Cgil segnala che una delle prescrizioni previste al momento dell’inserimento nella prestigiosa lista, era la certezza delle risorse economiche per il funzionamento dell’ente Parco.
“Invece oggi, dicono dal sindacato, l’incertezza delle risorse è la vera grande criticità da risolvere”. E aggiungono “neanche sul fronte del marketing le cose vanno meglio, in cantiere non vi è alcuna iniziativa per beneficiare dell’Etna, come la realizzazione di un marchio di riconoscimento di tutti i beni e servizi prodotti in questo territorio”. Scrive Mannino in una nota, “a distanza di quasi un anno dall’evento, l’iscrizione del vulcano fra i siti Unesco rischia di trasformarsi nell’ennesima opportunità mancata per il rilancio del nostro territorio. Dopo decenni di ritardi, ancora oggi non si capisce cosa impedisca l’adozione del Piano Territoriale del Parco dell’Etna, strumento indispensabile per la pianificazione degli interventi. Inoltre, nessuna programmazione delle attività economiche e culturali è stata realizzata, tantomeno approntata”.
“All’indomani di questo riconoscimento, aggiunge Mannino, in tanti abbiamo auspicato che appartenere alla “World Heritage List”, potesse rappresentare una svolta. La realizzazione di infrastrutture materiali e immateriali diventano necessarie per poter immaginare una crescita basata sulle potenzialità che il marchio “ETNA” offre. Ma l’unica cosa per la quale gli organi del Parco si sono distinti è lo scontro senza precedenti fra il Comitato Esecutivo ed il Presidente, che hanno sin qui dimostrato tutta la loro inadeguatezza. Tutto ciò, sommato ai tagli continui operati dalla Regione Siciliana sui parchi regionali, mette a serio rischio la permanenza dell’Etna nella Lista Patrimonio Unesco, ma il nostro territorio e le nostre popolazioni non possono permettersi il lusso di perdere le opportunità di cui si dispone per una prospettiva di crescita”. “Per questo è necessario che i comuni componenti del Consiglio del Parco e la Regione Siciliana attivino le opportune iniziative per recuperare il tempo perduto. È anche essenziale, propone il segretario generale di Agroindustria, che i comuni si attivino quanto prima per creare un Comitato esecutivo adeguato, sollecitando, al contempo il Governo della Regione ad indicare un presidente competente e autorevole in grado di governare al meglio l’ente”. In concreto, la Flai chiede la realizzazione di un centro congressi eco-compatibile, a “consumo zero”, che utilizzi le migliori tecnologie nel campo dell’abbattimento dell’impatto ambientale, delle energie rinnovabili e del risparmio energetico. Che il centro polifunzionale diventi un polo della ricerca scientifica nel settore delle energie rinnovabili, della vulcanologia e delle scienze ambientali, un luogo dove le nuove tecnologie vengano presentate e sperimentate attraverso progetti pilota da condurre in loco, dove gli studenti possano essere edotti su queste tematiche; l’organizzazione di meeting scientifici nei settori della vulcanologia, delle scienze forestali e ambientali, dell’agroalimentare legato alle produzioni tipiche etnee; l’organizzazione di eventi sportivi ecocompatibili di richiamo internazionale, e implementazione di quelli esistenti (la supermaratona dell’Etna “Da zero a tremila”, Etnatrail, ecc.); la realizzazione di un campus estivo per la pratica degli sport all’aperto ecocompatibili ad alta quota, che possa servire anche per la preparazione atletica delle squadre professioniste; la promozione turistica del vulcano, a 360 gradi, e delle produzioni agroalimentari di eccellenza.
“ Etna patrimonio mondiale dell’Unesco, deve significare un’occasione per la promozione del territorio attraverso una serie di iniziative di alto livello che la Regione e lo Stato devono promuovere e finanziare. Conclude Mannino, ricerca, sport, ambiente, turismo ed enogastronomia possano, devono essere gli strumenti attraverso cui si possa rilanciare l’Etna Patrimonio dell’Unesco nel mondo, creando opportunità di sviluppo economico per i nostri territori”.