Arresti domiciliari per i vertici del gruppo Morosoli, il sindaco di Bronte e un dirigente del Comune di Linguaglossa.
Sono diversi i reati contestati dalla Procura della Repubblica nei confronti di Francesco BARONE (classe 1953), dirigente dell’area tecnica del Comune di Linguaglossa (CT), Francesco Augusto RUSSO MOROSOLI (classe 1977), rappresentante legale della RUSSO MOROSOLI Invest s.p.a., Agatino Simone LO GRASSO (classe 1972), e Salvatore DI FRANCO (classe 1960) dirigenti della stessa impresa, e di Graziano CALANNA (Cl.1971), sindaco del Comune di Bronte (CT).
Secondo gli investigatori infatti essi avrebbero messo in atto i reati di:
turbata libertà degli incanti (articolo 353 c.p.), corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio (articolo 319 c.p.) correlati a gare pubbliche, indette per l’affidamento del servizio di trasporto a fini turistici sul versante Nord dell’Etna (pista rotabile di Piano Provenzana) negli anni 2016, 2017 e 2018 e per l’affidamento in concessione di un immobile di proprietà del Comune di Linguaglossa sito in località Monte Conca, avvenuto nell’anno 2018; e per il solo RUSSO MOROSOLI il delitto di estorsione(art.629 c.p.) ai danni di dipendenti dell’emittente televisiva Ultima Tv e di sottrazione fraudolenta di beni al pagamento delle imposte (articolo 11 dlgs. 74/00).
Gli episodi riguardanti il sindaco di Bronte invece sono relativi al reato di istigazione alla corruzione (articolo 322 c.p.), in relazione alla richiesta di utilità corruttive indebite per procedere all’affidamento ad un’impresa privata della gestione della manutenzione e sfruttamento dell’energia elettrica prodotta dall’acquedotto comunale.
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È per questo che su delega della Procura della Repubblica, i Finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno eseguito un’ordinanza emessa dal GIP di Catania con la quale è stata disposta l’applicazione degli arresti domiciliari nei loro confronti.
Si è trattato di una vasta e complessa attività di indagine all’esito della quale è stata disposta anche l’applicazione della misura interdittiva della sospensione dai pubblici uffici nei confronti di Orazio DI STEFANO, funzionario dell’Ente Parco dell’Etna, per il delitto di corruzione connesso alla rivelazione di segreti del proprio ufficio, e nei confronti di Alessandro GALANTE, appartenente alla Polizia di Stato, per concorso nel reato di turbata libertà degli incanti connesso all’immobile di Monte Conca.
Le attività investigative condotte dai Finanzieri della Compagnia di Riposto, attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali e video, pedinamenti e appostamenti nonché dall’analisi di copiosa documentazione acquisita presso gli enti locali coinvolti, hanno reso possibile far luce su quella che secondo gli investigatori è “una indebita e sistematica interferenza nel regolare svolgimento delle procedure di gara ad evidenza pubblica gestite dal Comune di Linguaglossa negli anni 2016, 2017 e 2018 e di rapporti privilegiati tra il gruppo RUSSO MOROSOLI e il funzionario BARONE, e sulla promessa e/o dazione di utilità in favore di pubblici ufficiali, il suddetto BARONE appunto e DISTEFANO”. Il tutto in un contesto caratterizzato da una gestione monopolistica del settore da oltre 20 anni delle escursioni nei versanti Nord e Sud dell’Etna da parte delle aziende riconducibili a RUSSO MOROSOLI, STAR Srl e Funivia dell’Etna S.p.a. (oggi RUSSO MOROSOLI INVEST S.p.a.).
Per ciò che riguarda il Sindaco di Bronte, Graziano CALANNA, secondo gli investigatori avrebbe chiesto, ad un’azienda interessata all’affidamento della gestione della manutenzione e sfruttamento dell’energia elettrica prodotta dall’acquedotto comunale di Bronte, di prevedere nel piano dei pagamenti di spesa da far approvare al Comune un aumento del valore di 20.000 euro per il costo del collaudo: soldi che avrebbe poi secondo i finanzieri, trattenuto per sé. Il disegno criminoso però non si è concretizzato poi in una dazione di utilità corruttiva perché l’imprenditore contattato non ha dato seguito alla richiesta indebita.
Sempre grazie alle attività tecniche è emerso che la società RUSSO MOROSOLI INVEST S.P.A., per evitare il pignoramento di somme dovute per debiti tributari pregressi e già accertati dall’Amministrazione Finanziaria, avrebbe compiuto operazioni distrattive di liquidità per un importo di 690.000 euro, così realizzando la condotta di sottrazione fraudolenta al pagamento dell’imposte previsto dall’articolo 11 D.Lgs. 74/2000.
Il Giudice per le Indagini preliminari, in relazione a tale fattispecie, su richiesta della Procura ha disposto con il provvedimento cautelare nei confronti della RUSSO MOROSOLI INVEST SPA e del legale rappresentante RUSSO MOROSOLI il sequestro preventivo in via diretta e per equivalente di beni e valori per euro 690.000 e il sequestro delle azioni della società, per impedire la reiterazione dei reati ravvisati, con contestuale nomina di un amministratore giudiziario.
È in corso l’esecuzione del sequestro e di perquisizioni domiciliari nei confronti di 18 persone indagate, finalizzate all’accertamento di ulteriori episodi illeciti emersi nel corso delle indagini, le cui posizioni sono attualmente al vaglio della Procura della Repubblica.