Le ditte di spurgo intanto rischiano il fallimento. Chiesto un incontro con l’azienda di gestione per regolarizzare il servizio.
di Salvatore Giuffrida
È rischio black out per le imprese spurgo dopo la decisione della Sidra di ridurre i quantitativi dei conferimenti dei fanghi di depurazione negli impianti, ad appena 65 tonnellate al giorno, da ripartirsi tra tutte le ditte operanti.
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Questo quantitativo, secondo Confcommercio è insufficiente a soddisfare il bisogno ambientale e igienico-sanitario delle utenze di titolari di fosse settiche, e di questo si è parlato oggi nella sede di via Mandrà.
Sulla situazione attuale Giovanni Rinzivillo portavoce delle imprese spurgo ci ha spiegato che “Questa limitazione da parte della Sidra è cominciata il 15 dicembre. Questo comporta una problematica di emergenza igienico-sanitario che è in questo momento in atto, infatti le aziende non riescono ad effettuare gli interventi, poiché limitati nel conferimento presso la discarica che gestisce la Sidra. L’altra emergenza – ha continuato il rappresentante delle aziende spurgo – è dovuta al fatto che sulle aziende incombe il rischio fallimento e pertanto vi è un problema occupazionale sull’intero settore”.
Un problema che, come ci ha spiegato Rinzivillo non è molto sentito dalla popolazione, ma che a breve potrebbe creare parecchi problemi non solo nelle abitazioni, ma anche nelle case, scuole, uffici pubblici e ospedali, dove sversamenti, infiltrazioni e fuoriuscite del liquame possono improvvisamente presentarsi per la mancanza di manutenzione.