Durante il dibattito si è rilevato il gap della legge regionale, ed è emersa la necessità di recepire la normativa nazionale che garantirebbe all’area un ruolo di coordinamento, mentre i comuni manterrebbero le proprie prerogative.
“Sono egoista per la mia comunità; voglio il meglio per Acicastello. Ed, egoisticamente, la Città metropolitana è la più grande opportunità che ci si presenta. Bisogna saper guardare, con razionalità, al futuro, a un modello di sviluppo comune, senza il quale i soldi pubblici finiscono con l’esser spesi poco e male”.
Queste le parole del sindaco del comune marinaro, Filippo Drago nel corso del primo incontro, svoltosi ieri 12 settembre, nel municipio di Aci Castello, sulla Città metropolitana di Catania.
Presenti al dibattito anche il presidente del Consiglio comunale del comune, il sindaco di Catania Enzo Bianco, numerosi cittadini e rappresentanti di associazioni della società civile.
Dall’incontro è ermersa la necessità di recepire la legge Delrio che istituisce le Città metropolitane nazionali facendole coincidere con il territorio delle ex province per evitare frammentazioni, agevolare il coordinamento per lo sviluppo del territorio – trasporti, ambiente, marketing territoriale, sviluppo economico, grandi infrastrutture – ma in cui i singoli Comuni continuino a svolgere le loro competenze, mantenendo ogni loro prerogativa.
Del resto, grazie alla normativa nazionale, entro ottobre dieci delle città metropolitane del resto d’Italia saranno operative.
La legge regionale, invece, più che sbagliata è stata giudicata durante il confronto incompleta, perché mancante della parte operativa.
Gli stessi Drago e Bianco, hanno evidenziato come l’errore più evidente consista nel cancellare i Comuni dell’area metropolitana che per Bianco è e resta “Quella zona luminosissima ritratta dall’astronauta Luca Parmitano quando, dallo spazio, fotografò la sua e la nostra Sicilia”.
Le potenzialità della città metropolitana di Catania – come ha spiegato il sindaco di Catania – sono quelle di un’area con più di un milione e 70 mila abitanti, con un potere contrattuale elevatissimo, che così accederebbe alle somme, il 5% dei fonti aggiuntivi, previsti dall’Europa.
Il sindaco Bianco – rivelando tra l’altro che per le Ferrovie, entro giugno 2015, si potrà usufruire dei treni come tratte metropolitane da Catania a Giarre – ha confessato: “Nel corso dell’incontro sui Trasporti con il ministro Lupi mi sono comportato come fossi il rappresentante di questa grande comunità. Perché l’aeroporto, il porto, le ferrovie, interessano aree ben più vaste che la sola Catania” I due sindaci hanno entrambi affermato con forza di lavorare alla Città metropolitana, “per le comunità e non per i colori politici”, tanto che il progetto più ampio è quello di un Distretto della Sicilia sudorientale che comprenda Taormina e Piazza Armerina.