Teatro Massimo: “Tutti parlano, nessuno fa niente”.
I sindacalisti, esasperati, continuano a chiedere la stabilizzazione dei precari.
“È inammissibile che tutti i lavoratori, siano essi precari che stabili, debbano legare i propri destini alle pastoie burocratiche regionali” scrivono in una nota.
Martedì scorso si è tenuta una riunione tra tutte le sigle sindacali e il nuovo direttore amministrativo del Teatro Massimo per discutere della condizione attuale e delle prospettive future dei lavoratori precari dell’Ente lirico.
Da mesi infatti, le maestranze del Bellini chiedono la stabilizzazione, protestando per i contratti a termine che puntualmente, alla scadenza, vengono rinnovati solo con estremo ritardo dalla Regione.
SLC CGIL (Davide Foti), Fistel Cisl (Antonio D’Amico), Uilcom Uil (Giovanni Nicotra), UGL Spettacolo (Fichera Cosimo), Fials Cisal (Aldo Ferrente), Libersind (Salvo Todaro), sono intervenuti sulla questione con una nota.
“Il ruolo dei lavoratori precari – scrivono – risulta sempre più funzionale all’attività del Teatro, in quanto, negli anni, questi lavoratori hanno sostituito in minima parte quel personale che nel tempo è andato in pensione e non è stato possibile sostituire in via definitiva per il noto blocco delle assunzioni.”
“Registriamo – si legge ancora nella nota – la solidarietà attiva del direttore amministrativo che, di concerto con l’amministrazione locale, si sta operando per una soluzione del problema, ma che comunque, ha dichiarato di dover fare necessariamente i conti con le risorse al momento disponibili. I sindacati opereranno affinché il Teatro possa essere messo nelle condizioni di tornare alla piena attività e riconquistare le platee di tutto il mondo.”
“Non è più possibile – continuano i rappresentanti dei lavoratori – nascondere falle e buchi, ed è inammissibile che tutti i lavoratori, siano essi precari che stabili, in arretrato ancora di tre mesi di retribuzione, sempre ligi al dovere pur di aprire il sipario e non penalizzare l’utenza, debbano legare i propri destini e quelli delle proprie famiglie alle pastoie burocratiche regionali o alla richiesta di questo o quel certificato che ne impedisce l’invio dei contributi. Per ciò, riponiamo piena fiducia nella direzione amministrativa e nel sindaco, sicuri che faranno tutto quanto sarà nelle loro facoltà”.
“Risulta chiaro – concludono – poi che entro l’anno, quindi dopo aver risolto l’attuale problema congiunturale nelle erogazioni delle risorse, il problema precariato vada risolto definitivamente con l’inquadramento in pianta stabile di questi lavoratori. Infine, va chiesto alla Regione Sicilia di poter accedere immediatamente alle risorse IRFIS per il pagamento dei debiti cronici dell’ente, molti dei quali sono stati causati dai ritardi nell’approvazione delle leggi di stabilità e dai numerosi tagli ingiustificati delle somme destinate a stagione avviata, che pesano come macigni sull’ente e ne ipotecano le attività”.
Delusi dall’incontro col direttore amministrativo, alcuni dei lavoratori precari ieri mattina avevano protestato occupando gli spazi per l’orchestra.
“Sono da sempre vicino ai lavoratori – ha dichiarato il segretario regionale Snalv-Confsal, Antonio Santonocito – che hanno sempre ricevuto il sostegno di tutti, ma in realtà non sono aiutati da nessuno. Tutti parlano, ma nessuno fa niente. Sono mesi che facciamo pressioni e che chiediamo di sbloccare una volta per tutte la posizione lavorativa che questi artigiani, lo ribadiamo, hanno maturato il diritto al contratto a tempo indeterminato già tanti anni fa”.