Il risultato di 3-0 è stato normale conseguenza di una superiorità tattica. Lodi ha corso poco ma ha dato il via alle azioni pericolose.
Dopo la brutta prestazione contro la Casertana, il Catania è tornato a giocare davanti i suoi tifosi è ha fatto prevalere contro il Lecce una organizzazione tattica superiore.
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Il Catania è stato schierato da Lucarelli con un 3-5-2, che in fase di non possesso palla si trasformava in 5-3-2, con Marchese e Esposito che ripiegavano dietro. Lodi ha avuto il compito di far partire i suoi rapidamente e i suoi lanci hanno innescato più volte Russotto e Caccetta. Più raramente Marchese, che in forma smagliante ha comunque dato parecchi palloni agli attaccanti proprio nel cuore dell’area di rigore.
Con pochi movimenti brevi, Lucarelli ha quindi sfruttato la superiorità numerica al centrocampo, facendo così anche correre meno del dovuto i suoi uomini di maggior classe, come Lodi Biagianti e Marchese. Invece ha chiesto maggior sacrificio a giocatori con più corsa e probabilmente più in forma atleticamente. Nei fatti a Esposito è stato chiesto un grande sacrificio fisico.
Quando il Lecce nel secondo tempo è passato al 4-2-3-1, con una difesa alta, il Catania ha cominciato a balbettare. I rossazzurri, già stanchi per aver brillato in gioco e corsa durante il primo tempo, si sono ben chiusi indietro e hanno giocato per lo più di rimessa. La mossa si è rivelata azzeccata, visto che su due azioni di rimessa il Catania ha chiuso l’incontro con i gol di Marchese prima e Russotto poi, arrivati nell’arco di due minuti.
Un risultato positivo, che dovrebbe fare salire l’autostima dei giocatori e dare più entusiasmo alla piazza.