La proposta annunciata nel corso della tavola rotonda sul tema, svoltasi a Caltanissetta nei locali del Consorzio Universitario.
La riforma del sistema bancario e come questa coinvolgerà i consumatori e il territorio è stata al centro dell’intensa e partecipata tavola rotonda organizzata da Adiconsum Sicilia a Caltanissetta.
Con il titolo “Credito: come cambia il ruolo della banca sul territorio. Quello che il consumatore deve sapere” l’appuntamento, svoltosi nei locali del Consorzio Universitario di Corso Vittorio Emanuele, ha visto la partecipazione di esponenti del mondo sindacale, bancario, politico e di altre associazioni dei consumatori interessate al tema.
I lavori sono stati aperti dai saluti di Emanuele Gallo, segretario generale Ust Cisl, che ha spiegato come si stia lavorando a un protocollo che preveda l’anticipazione da parte delle banche del denaro per i lavoratori in mobilità, come già avviene per la cassa integrazione.
Quindi Vincenzo Romeo, presidente regionale di Adiconsum Sicilia, ha ricordato che i consumatori, ossia i soggetti che l’associazione intende tutelare, siamo tutti noi. Romeo ha inoltre sottolineato l’importanza da parte dell’associazione di assicurare, oltre alla tutela, anche la formazione e informazione del consumatore sulle potenziali criticità del mercato.
“È fondamentale per noi aiutarli a trasformarsi da consumatori a consumattori – ha detto – e a concepire il mercato non come luogo di consumismo ma di consumerismo, ossia di consumismo consapevole”.
Poi è stata la volta di Anna Cutrera, segretaria generale First Cisl Sicilia, il sindacato dei lavoratori delle banche, che ha parlato dell’impegno del sindacato, da una parte nel tutelare una categoria fortemente scossa dagli avvenimenti dell’ultimo anno e intaccata nella fiducia da parte dei clienti, dall’altra a promuovere nei propri iscritti un maggiore senso etico nei confronti del cliente e a volte anche il coraggio di dire no nel proporre loro certi tipi di investimenti.
Giuseppe Di Forti presidente della BCC del Nisseno, ha spiegato le peculiarità del sistema di credito delle banche cooperative, non potendo nascondere però, il timore che la riforma del settore, contenuta nel maxi decreto sulle banche, proprio in questi giorni al centro delle cronache, rischi di snaturare il ruolo di questa particolare tipologia di banca, naturalmente vocata a sostenere lo sviluppo dei territori locali.
Quindi è stata la volta di Emilio Giammusso, presidente del Consorzio Universitario che ha parlato di “Real time e continuo cambiamento discontinuo”, spiegando come lo studio del “prodotto banca” non possa essere scisso da quello sullo scenario internazionale in cui ci collochiamo e che prevede sostanzialmente l’utilizzo di nuove tecnologie in mercati ormai globalizzati.
Alla tavola rotonda ha partecipato anche l’assessore regionale alle Politiche sociali e al Lavoro Gianluca Micciché che ha auspicato che il sistema bancario sia uno dei primi attori a investire a pieno titolo in strutture a favore del territorio, e spiegato come in Assessorato si stia ragionando di un’ipotesi di aiuto in termini di servizi e non più come somme o accessi al credito.
Dopo di lui Giuseppe Impaglione, presidente territoriale Adiconsum, ha spiegato come il cambiamento e la corrispettiva tutela da parte dei consumatori si possa ottenere soltanto se da parte delle banche si instaura un rapporto etico nei confronti del consumatore, parlando poi anche del Fondo di prevenzione del sovraindebitamento e dell’usura rivolto alle famiglie in stato di bisogno, e gestito da Adiconsum.
La segretaria regionale Cisl, Rosanna Laplaca, ha puntato l’attenzione sulla riforma del credito cooperativo evidenziando la necessità di porre al centro del sistema l’uomo e il principio del mutualismo, sostenendo un processo di riforma che non si allontani dalle famiglie e in cui si prediligano le persone più che il profitto. La segretaria ha poi sottolineato l’assenza di un piano industriale per la Sicilia e il grande divario Nord-Sud, temi che forse avrebbero dovuto avere la priorità nell’agenda del governo, rispetto alla riforma delle banche.
Le conclusioni sono state tratte dal presidente nazionale Adiconsum Pietro Giordano che ha lanciato la proposta, già formalizzata dall’associazione dei consumatori a Abi e Assofin, di prelevare un euro per ciascuno dei 35 milioni di conti correnti esistenti e degli 8 milioni di finanziarie avviate ogni anno, ottenendo così almeno 43 milioni di euro per costituire un fondo annuale rotativo di intervento per le famiglie in stato di bisogno, un fondo che, però, non interviene a pioggia ma che permetterebbe alle aziende creditrici di avere subito il credito vantato e al consumatore di rateizzare anche in 10 anni con piccolissime rate, il debito contratto. “Un fondo, spiega Giordano, che potrebbe essere gestito dalla Consap mentre le associazioni dei consumatori e il sistema bancario finanziario sarebbero la cabina di regia per deciderne i parametri”.