La denuncia è di Catania Bene Comune che chiede un incontro con il nuovo assessore al welfare Angelo Villari.
“La nuova gara d’appalto ridimensiona il servizio e decreta il fallimento della Riforma approvata dal Consiglio Comunale e redatta dal Sindaco Bianco e dall’ex assessore Trojano”.
Così Catania Bene Comune denuncia in una nota le criticità del nuovo bando di affidamento dei servizi necessari al funzionamento degli asili nido comunali,
“Senza alcun passaggio in Consiglio – dichiarano i rappresentanti del movimento cittadino – e senza alcuna comunicazione alla città, in appena un anno, gli asili nido comunali vengono dimezzati. Si passa da una capienza massima di 740 bambini a una capienza massima di 360 bambini e viene di fatto licenziata la metà delle lavoratrici ausiliarie. Senza contare la mancata apertura di quelle strutture volte all’accoglienza di bambini da 0 a 3 anni, che si sarebbero dovute sommare al servizio asili nido: asili di caseggiato, spazi bambini, asili a gestione privata finanziati dai fondi PAC. Strutture che avrebbero dovuto ampliare l’offerta all’infanzia ma, per loro stessa caratteristica e per i requisiti necessari allo stanziamento dei fondi PAC, assolutamente non sostitutive degli asili nido comunali”.
“In tutto questo – continua la nota – l’incertezza sul servizio, l’importo troppo alto delle rette, i continui ridimensionamenti hanno determinato una fuga dagli asili nido comunali. I bambini che hanno richiesto l’iscrizione per l’anno 2015 sono appena 377 e appena 45 sono in lista d’attesa nelle sole 3 strutture che hanno esaurito i posti disponibili”.
“C’è l’urgenza – aggiungono da Catania Bene Comune – di rivedere completamente la Riforma e di consegnare alla città di Catania asili nido comunali efficienti, di qualità e gratuiti per le famiglie più in difficoltà. Occorre immediatamente abbassare le rette e rivedere complessivamente il sistema della contribuzione. Il numero di 740 bambini da accogliere negli asili nido comunali, previsto dalla Riforma Bianco -Trojano era già troppo basso, una sua riduzione, addirittura del 51%, è inaccettabile.
Per ciò che riguarda invece le lavoratrici ausiliarie, presente negli altri capitolati aventi ad oggetto il servizio asili nido, il numero non viene specificato anche se, essendo proporzionale al numero dei bambini frequentanti, esso dovrebbe essere ridotto del 50 %. Certa è invece la riduzione della spesa per il servizio ausiliario. Si passa da 191.612 euro mensili a 78.816 euro mensili. La riduzione del costo è quindi del 59%”.
“Il 9 gennaio 2014 – si legge ancora nella nota – il Sindaco Enzo Bianco dichiarava che la Riforma aveva permesso di aprire gli asili con più bambini e più servizi. Purtroppo tali affermazioni si sono rivelate drammaticamente false. Noi chiediamo un incontro urgente al nuovo Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Catania, Angelo Villari, affinché si prenda atto della situazione attuale e si intervenga immediatamente sugli asili nido comunali che, continuando così, sono destinati alla chiusura”.
“Facciamo nostre – concludono – le parole dei coordinamenti donne di CGIL, CISL e UIL pronunciate nel febbraio 2013: “Occorre individuare risorse e promuovere […] politiche d’incentivazione a favore dell’occupazione femminile a Catania, fornendo alle famiglie, ed anzi incentivando, la presenza asili nido secondo un modello sociale atto a promuovere una ripartizione equa del lavoro familiare. Il taglio dei servizi all’infanzia rappresenta un taglio all’investimento sul futuro dell’intera società in quanto i bambini, i giovani del domani, vengono considerati solo in termini di cifre e di sottrazioni, piuttosto che come portatori di specifici diritti soggettivi tra cui il diritto all’istruzione e alla formazione continua e di qualità”.
Qui il servizio con l’intervista alle lavoratrici ausiliarie.
Foto tratta dalla pagina Fb di Catania Bene Comune